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LA SAGRA DEI TALAMI
FONTE: www.orsogna.net
In Orsogna il secondo giorno di Pasqua, il Martedì dell'Angelo, si celebra la festa della Madonna del Rifugio o più comunemente detta la festa dei "TALAMI ". Sono, questi ultimi, una sorta di barelle portate a spalla, su una delle quali, un tempo, una giovanetta vestita da Madonna era circondata da fanciulli e fanciulle che raffiguravano degli angeli.
Trattasi di un grande quadro vivente realizzato su una piattaforma di legno con una parete frontale che funge da scenario. In alto, al centro della parete frontale, era posta una raggiera di legno e, sotto di essa, una piccola mensola su cui poggiava, in piedi, assicurata mediante legatura alla cintola, una bimba dai dieci agli undici anni raffigurante la Madonna. Ai suoi piedi due bambini raffigurano due angioletti.
Il TALAMO ORIGINARIO era così, come descritto. |
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Nel 1959 furono apportati due notevoli cambiamenti rimasti fino ad oggi: i bambini raffiguranti gli angioletti non appaiono più e gli uomini che reggevano il talamo hanno ceduto il posto a mezzi agricoli sui quali sono costruiti i palchi per le scene da raffigurare. Allestito di anno in anno il Martedì in Albis sempre con crescente interesse, maggiore cura e solennità, il talamo venne ad assumere un carattere preciso e definitivo: da semplice culto rituale, si trasformò in vero e proprio spettacolo teatrale. Furono rappresentati, oltre a quello originario, altri soggetti tratti dalla vita della Madonna, dalla Bibbia e dal Vangelo. Si allestirono più quadri, non nello stesso posto ma in punti diversi del paese. I quadri in numero di sei furono infine presi a turno uno per volta dal luogo o quartiere di partenza alla destinazione Piazza Mazzini dove nelle vicinanze era situata la Chiesa della Madonna del Rifugio. Mentre sfilavano i carri con i talami, un "lettore" illustrava e commentava le varie scene raffigurate dai quadri.
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La sede originaria del Talamo di Orsogna fu la Chiesa della Madonna del Rifugio, rasa al suolo dai bombardamenti nel 1944.
Era situata là dove oggi si estende il Piazzale Belvedere, sulla rupe sud-occidentale del paese, prospiciente la Valle del Moro.
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Secondo la leggenda popolare, il tempio fu edificato in questo luogo perché qui, in epoca immemorabile, era apparsa la Vergine Maria tra i rami di un grosso fico. All'interno di questa Chiesa c'era, sopra l'altare maggiore, un grande affresco che raffigurava la Madonna del Rifugio che indossava un vestito rosso e un manto azzurro che le scendeva fino ai piedi e con cui copriva, alla sua sinistra, delle figure maschili appartenenti alla confraternita di nostra Signora del Rifugio. Alla sua destra era presente un gruppo di donne anch'esse consorelle della Congregazione e, in alto, sospesi nell'aria, due angioletti guardavano il volto della Madonna Nera.
Era molto venerata presso il popolo che la riteneva miracolosa, non soltanto per le innumerevoli grazie che elargiva, ma per il prodigio che compiva ogni anno all'alba del martedì di Pasqua. Il miracolo consisteva nel cambiamento improvviso e della durata di brevi istanti, del colore del suo volto, da nero in bianco, oppure in un leggero movimento degli occhi. Nell'attesa del miracolo si svolgeva in Chiesa una grande veglia notturna. Iniziava al vespro del lunedì in Albis e si protraeva fino all'alba del giorno successivo.
Il Talamo sorse appunto durante una lunga notte di preghiera per il desiderio dei fedeli di vedere incarnata l'immagine pittorica di tanta venerazione. L'iniziativa fu presa dai membri della Confraternita di nostra Signora del Rifugio i quali, sull'esempio delle compagnie religiose e laiche delle altre regioni d'Italia, durante la veglia del martedì di Pasqua alzarono per la prima volta il sipario del palcoscenico improvvisato sul presbiterio della Chiesa, facendo apparire davanti allo sguardo incantato dei presenti, il grande scenario composto non di statue, ma di personaggi viventi i quali, immobili, raffiguravano l'affresco rappresentato sull'altare maggiore.
La manifestazione si svolge la mattina del Martedì di Pasqua e nell'edizione notturna del ferragosto.
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Tradizioni popolari abruzzesi |
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