Il brevissimo brano che segue, tratto dal libro "CREDENZE USI E COSTUMI ABRUZZESI" di Gennaro Finamore, parla di una ricorrenza che si celebra ogni anno il primo giorno di settembre: la festa di Sant'Egidio Abate. Il brano non specifica in quale località si trovi la chiesa di cui tratta, ma supponiamo che sia quella sita appunto nel paese di Sant'Egidio alla Vibrata in provincia di Teramo. Non manca però, nel breve scritto, anche il riferimento ad un'usanza della provincia di Chieti. Buona lettura.
SANT'EGIDIO ABATE
Presso alla chiesa suburbana di S. Egidio, vi é ogni anno (il primo settembre) una fiera, detta de le cestarélle, perché, tra altro, vi vendono panieri di ogni forma, grandezza, qualità, colore. Le signore vanno a fornirsi di questi e di stoviglie; e i ragazzi, di campanelli di terra cotta, coi quali, da quel giorno, felicitano il prossimo, fino a che riescono a tenerli sani.
Gli sposi popolani, in panieri eleganti, mandano alle spose le frutte più svariate: pere, mele, pesche, uva, fichi, noci, melloni...; e anche, per ornare il dono peperoni di ogni colore, e fiori. Gli sposi di condizione civile, oltre a poche frutte, le quali sono di rito, mandano nel panierino dolci e fiori. Anche le comari di fresca data portano il paniere delle frutte alle loro madrine più anziane o di ceto elevato.
Chi soffre o ha sofferto le febbri intermittenti, va ad appendere un sassolino all'interno della porta della chiesa di S. Egidio, perché si ritiene che il santo sia padrone delle febbri da malaria (Lanciano).
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