La Domenica delle Palme é giornata di osservazioni e di presagi per l'andamento del tempo e la riuscita del raccolto.
- Se nel mattino il cielo é sereno, e il sole spunta chiaro, l'annata sarà buona, ed il contrario (Ortona a mare).
- Se nella Domenica delle Palme, e quando si sciolgono le campane, spira a maestrale (lu mahístrane) l'annata sarà buona (Vasto). Il vento del Nordovest di noi, in estate, porta il buon tempo.
- Se piove nella Domenica delle Palme, l'estate sarà asciutta; ed al contrario. Palma 'mbusse, manoppi' assutte (Gessopalena). Palma 'nfossa, manoppio assutto (S. Pelino). Se la palm' é 'mbusse, la rischia (arista = spiga) é 'ssutte (Campli). E viceversa.
- Ma: se ppiove 'm Palme, lu 'randinije nen ze trove; perché, come si é detto, la pioggia in quel giorno, ritiene come indizio di estate asciutta; per la qual cosa molti o si astengono dal seminare il granturco (lu 'randinije = grano d'India), o ne seminano poco. (Roccascalegna.... Campli).
- Nella Domenica delle Palme si canta il primo Passio, e nel Venerdì Santo, l'ultimo. In questo periodo di tempo, non si devono ordire tele, né mettere uova a covare. La téle s'á da urdì prime che sse cande lu Pássije (Gessopalena...).
- Se la gallina già cova quando si canta il Passio, bisogna mettere tra le uova un pezzettino di ferro; altrimenti, la chiocciata andrebbe a male. Ma é meglio porre le uova in tempo che non possano essere "colpite dal Passio"; cioè, o tanto prima che per allora le uova si trovino schiuse, o poi; mentre, d'ordinario: L'ove che sse mette la Settemana Sande, ésce tutte fiascune (S. Eusanio del Sannio, Lanciano, Ortona a mare, Pettorano...). La Settemana Sande, n'n ze pó punne' la bblocche (chioccia) (Castiglione a Casauria).
- Parimenti, se si vuole che la cova delle uova vada a buon fine, astenersi dal sarchiare le fave! La féve z' a da rcallá' (s'á da sarchiá) prime che zze cande lu Passije (Villa S- Maria, Ortona a mare). Se zze sárchie 'la Settemana Sande, le fave fáune ji vuozze (Castiglione a Casauria): vengono i baccelli corti e abbozzolati.
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I monelli non aspettano il Mercoledì Santo né l'ora dei divini uffizi per far sentire il suono dei vari strumenti da strepito. Per le strade é un rompicapo in tutte le ore della giornata; in chiesa, al finire degli uffizi, una gazzarra.
Gli strumenti rumorosi sono di forme varie, ma derivano da due tipi: la Raganella e la Tabella e vengono chiamati con nomi diversi:
Racanélla, Scurda (Vasto), Scurma, Scurdiéulla (Pescocostanzo), Scúrdia, (Pettorano), Chirre-chirre (Fara Filiorum Petri, Campli), Crilia o Crillija (Bucchianico), Crulla (Chieti), Felarjielle (Roccaraso), Trícche-ttracche, Taccanélla (Aquila e provincia), Tattavélla (Ari), Tróccola (Roccaraso), Catrascélla (Poggio Picense), Scúrcula (Pescina), Scungórdia (Popoli).
Dopo legate le campane:
- Non si spazza la casa;
- Molti non lasciano rifare il letto (Lanciano);
- Si pranza e si cena senza stendere la tovaglia sulla tavola (Teramo, Vasto).
Tuttora molti usano fare il digiuno delle campane (lu trapasse o le 48 ore).
Chi fa il trapasso per sette anni di seguito, libera un'anima dal Purgatorio. Ma, se il digiunante morisse nel primo anno, andrebbe all'inferno; se nel secondo, al purgatorio; e solamente se avesse la sorte di morire nel terzo, andrebbe in paradiso (Lanciano).
Il trapasso, fatto per sette anni di seguito, ha virtù di liberare l'anima più bisognosa che stia in Purgatorio; ma chi morisse durante il digiuno, si dannerebbe, perché: chi diggiune, peccat' aredune, e il Signore non vuole che si muoia di fame (Vasto, Chieti, Teramo).
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La mattina del Sabato Santo, in molti luoghi, le famiglie pie non accendono il fuoco se non con quello rinnovato con solenne rito dal sacerdote.
- I resti del fuoco sacro, mentre si recitano delle preghiere, si fanno ardere un po' nel focolare, per "benedire" il fuoco; e poi, spenti, parte se ne mette in una buca del muro esterno della casa, e parte si va a legare a un albero, per tener lontani dall'abitazione dell'uomo e dalla campagna i danni delle tempeste.
- Un po' della cenere del fuoco nuovo si mette nel focolare, e un po' nell'acqua da servire a cuocervi la minestra. C'é chi la serba anche per applicarla al collo nei dolori di gola (Pettorano). L'uso della cenere calda, nelle faringiti e laringiti acute, é comune.
- Chi sul fondo del cappello o del berretto fa cadere alcune gocce di cera di una delle tre candele, che si accendono dal sacerdote con il fuoco del Sabato Santo, sarà immune dai fulmini se, durante le tempeste, si coprirà col cappello o col berretto in cui sgoccioló quella cera (Campo di Giove).
Come il fuoco, anche l'acqua si rinnova e riconsacra, nello stesso giorno. I più vanno a prenderne in chiesa. I ricchi la ricevono in casa propria dai sagrestani.
- Dell'acqua benedetta, ognuno della famiglia ne beve un poco. Ha virtù di tener lontane le malie (Celano), le febbri e ogni sorta di dolori di ventre (Teramo, Vasto, Lanciano, Pescina).
- Se ne mette un po' in tutte le vivande, che si preparano in quel giorno (Fara Filiorum Petri, Teramo).
- Si sparge per la casa. Con una palma benedetta, quando risuonano le campane, si sparge per la casa (Pescina, Celano), e specialmente sotto i letti (Pettorano).
- Si serba per quei battesimi di precauzione o condizionati, che si fanno nei parti difficili, quando é in pericolo la vita del feto (pe 'ngravattá le crijature).
Quando il prete, dopo aver riconsacrati il fuoco e l'acqua, si prostra innanzi al Crocifisso, se in quel momento in chiesa entra un ricco, l'annata sarà copiosa di messi; ed il contrario (Villa Santa Maria).
- Chi vuoi preservarsi dai dolori di ventre - ma, per lo più, lo fanno solamente le donne e i ragazzi - deve rivoltolarsi per terra sino a che dura il suono delle campane (Roccaraso, Castiglione, Teramo).
- Per scongiurare i cimici, si batte all'intorno il letto con una palma benedetta, o semplicemente con una bacchettina, dicendo:
Scappa, scappa, cimiciara,
Mo' s' asciójje le cambane (S. Eusanio del Sangro).