LE STELLE
I brani sono tratti dal libro "CREDENZE USI E COSTUMI ABRUZZESI" di Gennaro Finamore.
Ogni vivente ha la sua stella.
Le più brillanti sono di coloro che hanno valida salute. Le smorte, dei deboli e degl'infermicci (Ari).
Spesso, stella e pianeta sono sinonimi di sorte.
San Gioachino é padrone delle stelle (Gessopalena).
Lucifero, la stella del bifolco o stella d'oriente, é il messaggero del giorno. Al suo spuntare, finisce l'impero della notte e dei geni malefici, che si danno moto nelle tenebre. Se al suo apparire - circa tre ore prima giorno - non vogliono essere scoperte, le streghe debbono battere in ritirata.
Le stelle:
cálano (Gessopalena, S. Víttorino);
cáscano (Popoli);
sfilano (Villa S. Maria, Torricella Peligna);
scámbiano, cambiano di luogo (Ortona a mare);
smóccolano (Vasto, Atessa);
schizzano - sverniscéjene - se molto spesse (Atessa);
camminano (Caramanico);
scórrono (Chieti).
Le stelle cadenti, múcchele de stélle (Campli, Teramo, Vasto); musculature de stélle (Celano); fruvulúne (razzi) (Tornareccio), che cosa sono?
- Sono anime che si dipartono dai corpi dei morenti. Per ogni uomo che muore, una stella si estingue (Colonnella).
- Sono anime di defunti, che ci avvertono di qualche imminente disgrazia (Archi).
- Sono anime del Purgatorio. Vedendole passare, si salutano col dire: "Dio vi accompagni!" (Atri).
- Le stelle che sfilano, rammentano l'agonia di Gesù Cristo. In quelle tre ore, infinite stelle sfilarono per illuminare la tragedia del Golgota. Nel vederle, recitano un Pater, Ave e Gloria (Torricella Peligna).
- Sono le lagrime di S. Lorenzo, morto arrostito sulla graticola (Ortona a mare, Vestea).
- Sono stelle, che cambiano di luogo (Ortona).
- Sono stelle, che staccandosi dalla volta del firmamento, si spengono per via. Guai se, accese, cadessero sulla terra! Brucerebbero, come il fulmine, tutto ciò che ne fosse colpito. Tuttavia, sebbene molto di rado, qualche volta si sono vedute cadere, con rumore, fino a terra (Vasto). Ma, per fortuna, cadono quasi sempre sulle rive de' fiumi, dove non hanno da bruciare nulla e fare altri danni. Per questo sui greti si trovano sassi bucherellati: segno manifesto della bruciatura (Campli).
Di che sono indizio?
- Sono cattivo segno, specialmente se molte. Quanne scagne le stélle, ne' hé sségne bbóne (Ortona a mare.).
- Quando fa fuoco il cielo, fa fuoco anche la terra; ossia é indizio di guerra. (Detto, forse, delle straordinarie cadute solite ad avvenire in agosto, e più in novembre).
- Quando calano le stelle, sono da temere o fulmini o terremoto (S. Vittorino).
- Le stelle cadenti, se numerose, indicano tempo gagliardo; ossia, gran calore (Cittaducale). Quande sfile le stell', é sségne de harbine (Villa S. Maria).
Qualche riflesso delle relative credenze é in queste formule, che ripetonsi all'apparire della meteora:
- Acqu' e ffocu, Ddio ci dia loco (S. Pelmo);
- Ddio l'allochi (Poggio Picense);
- Críst', allóchele (Popoli);
- Madonn', allóchele (Cittaducale, Castiglione a Casauria, Castiglione M. Marino...);
- Ddio, allúchele (Pietracamela);
- Madonna mé': se é ccosa bbon', allóchele; se é ccosa tríst', affóchele (Popoli);
- San Giuuacchín', ambráccele (Gessopalena);
- Madonna arcuojjele tu (Casoli, Tornareccio);
- Madonn', archiappele tu (Ortona a mare);
- Crist', arpallele tu (Roccascalegna)
- Signore, dájje lume (Teramo);
- Ddi' t'accombagne (Campli, Atri).
Se, nel momento che la stella scorre, chiedi a Dio una grazia, l'otterrai di certo (Chieti).
Se fai a tempo di recitare un Pater, mentre la stella cade, liberi un'anima dal Purgatorio (Campli).
Le costellazioni, per gli abitatori della campagna, sono l'orologio della notte. Come dalla diversa altezza del sole conoscono con molta approssimazione l'ora del giorno; così, dall'apparire e dalla posizione delle costellazioni nella volta stellata, hanno indizio delle diverse ore della notte.
La Croce di S. Giovanni é rarissimo il vederla tre venerdì di seguito; perché il cielo, in tutti i venerdì dell'anno, si vela più o meno. Ma, chi la vede per tre venerdì di seguito, non ha da temere "scontrature" cioè azione di spiriti maligni (S. Vito Chietino).
La luna é proprio tal quale apparisce; ma le stelle sono più grandi assai assai: ciascuna é quanto un'aia; ed é per la distanza che appaiono piccolissime. Perciò si dice: luna, come pare; e stelle, come 'n'are (Roccascalegna, Torricella Peligna...).
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