I passi che seguono sono tratti da brani di d'Annunzio e di De Nino e descrivono il rito nuziale "frumentario" così detto proprio perché il frumento era uno degli elementi base del rito stesso. Il d'Annunzio, nelle sue molte opere, ha spesso fatto riferimento alle "nozze frumentarie". Ne troviamo, infatti, traccia in "Mungià" ("Le novelle della Pescara"), nel "Trionfo della morte" e nel primo atto (scena IV) de "La figlia di Iorio". Il primo brano qui proposto è proprio quello relativo al "Trionfo della morte", mentre il secondo è del De Nino ed è intitolato proprio "Le nozze frumentarie".
Da "Trionfo della morte" di Gabriele d'Annunzio. Le donne del parentado convenivano alla casa della sposa novella portando sul capo un canestro di grano e sul grano un pane e sul pane un fiore; entravano ad una ad una, e spargevano un pugno di quel frumento augurale su i capelli dell'avventurata.
Da "Le nozze frumentarie" di De Nino. Innanzi la casa della sposa, in mezzo a una gran folla, erano schierate cinque mule cariche di robe e sopraccariche di fronzoli. Si trattava della mobilia della sposa: un'archetta, due scanni di legno, parecchie tavole da letto, un caldaio, una conca, una padella, tre casse con sopra tre vesti verdi, tre busti guerniti di nastri verdi, ecc. ecc.; e, per trionfo, una conocchia col fuso, antitesi delle macchine, ma sapienza casalinga de' nostri paesi. Esce lo sposo con la coda dei parenti e degli amici, e dispensa confetti di qua e di là. […]. Una vecchia apparisce a capo delle scale: piange! Chi non conosce la madre?
Scende la sposa … eccola là in mezzo la strada, a occhi bassi: non guarda nessuno. Prima di allontanarsi, si volta indietro per dire addio alla casa paterna.
La madre è ancora lì, ritta immobile. [….] prende dal grembiule un non so che… un pugno di grano; è il simbolo dell'abbondanza e della fecondazione; e lo getta verso la figlia…[…]
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