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BAIERDE
Portantina scoperta. Il termine è ormai quasi completamente caduto in disuso nel nostro dialetto forse proprio perché anche la stessa portantina è ormai antiquata. È altresì difficile ricercare l’etimo di tale parola, ma qualche riferimento lo troviamo addirittura nella Val di Scalve nel bergamasco.
Non è dato sapere se in quelle valli la “baiarda” (questo è il suo nome originale) sia ancora in uso, ma è certo che essa è descritta come una specie di carretta molto bassa usata soprattutto per trasportare oggetti pesanti in modo che, per essere caricati, non dovevano essere sollevati troppo da terra.
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BAIUNZE
Storpiatura dialettale per bigoncio. Contenitore di legno di circa cinquanta litri (mezza salme) utilizzato soprattutto per il trasporto dell'uva durante la vendemmia o per la spremitura dell'uva stessa.
Il termine bigoncio deriva dal basso latino "bicongius", formato da "bis" (due volte) e "congius" (cogno, antica misura di liquidi contenente sei sestieri).
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BUCCHE
Piccolo sacco. Deriva dal latino bucca (bocca). Il dizionario etimologico definisce la parola bocca come "quella parte della faccia che nell'uomo serve specialmente per parlare e per la quale si prende il cibo". Per similitudine avremo quindi apertura, orlo, estremità.
Un uso particolare del termine lo troviamo nei modi di dire dove con la frase:
"Ha fatte lu bucche" (ha fatto il sacchetto) o "Ha rinchiute lu bucche" (ha riempito il sacchetto) ci si riferisce a chi ha ecceduto in qualche cosa (solitamente nel bere o nel mangiare).
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BUSCUATE
Guadagnato, ma anche rimediato. Termine derivante dallo spagnolo “buscar” (cercare). Nel dizionario etimologico la parola buscare è anche definita nel seguante modo: procacciarsi un’industria. Guadagnare con servigi bassi che si prestano altrui. Modi di dire:
"Mi so buscuate la jurnate" (mi sono guadagnato la giornata);
"mi so buscate ‘na felle di pane" (ho rimediato una fetta di pane).
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