Di questa allegra e solare filastrocca dedicata ai bambini più piccoli si era persa quasi completamente la memoria. È stata "ripescata" in extremis prima che il foglio ingiallito su cui era stata scritta fosse distrutto insieme al vecchio mobile che lo conteneva. In base ad indagini in seguito effettuate, pare che la filastrocca, come anche altre di questa rubrica, venisse recitata tenendo i piccoli sulle ginocchia e spingendoli avanti e indietro con il busto sostenendoli per le braccia.
Questo modo di sollazzare i bambini si chiamava genericamente, nella forma dialettale, "Tìcchete e tesse", termine onomatopeico che riproduce il rumore del telaio per la tessitura. Il termine è stato, per un periodo di tempo, utilizzato in maniera corrente per indicare un modo di avanzare a scatti come, per fare un esempio moderno, quella di un'auto nel traffico nelle ore di punta.