Credo che in primavera, chiunque veda una pianta di pruno fiorito, ne resti affascinato. I suoi fiori bianchi, folti e profumati sono tra i primi a sbocciare ed annunciano che l'inverno è ormai finito.
Nel nostro paese questa pianta è utilizzata soprattutto come siepe per delimitare i confini tra un appezzamento di terreno e l'altro in modo da sfruttarne al massimo le sue caratteristiche di compattezza.
Ai bambini solitamente veniva raccomandato di non mangiare le sue bacche ancora acerbe ("Li pirugne") perché di sapore aspro e sgradevole, ma io credo che tutti almeno una volta, se non altro per spirito di contraddizione, n'abbiano assaggiata qualcuna. Chi lo ha fatto certamente ricorderà il tremendo sapore che questo frutto lascia in bocca scoraggiandolo così dal provarci ancora.
Nonostante ciò, alcuni anziani del paese (stranamente molto pochi), erano soliti utilizzare "Lu dicotte di pirugne" (il decotto di prugne) come rimedio contro le malattie da raffreddamento.
Il suo legname particolarmente resistente era spesso usato per costruire attrezzi agricoli e per uso domestico: ad esempio "la scote pi lu bidente" (il manico del bidente) o addirittura "li bastune pi li vecchie" (i bastoni per i vecchi).
Alcuni anziani del paese raccontano addirittura che i loro padri utilizzavano le foglie essiccate di questa pianta per fumarle nella pipa mescolandole al tabacco. Altro che Marijuana! |