Fino a non molto tempo fa, l'impiego di questa pianta era diffusissimo e pressoché illimitato.
In tempi in cui non esistevano le moderne scope, unendo insieme più piante di ginestra (li 'inèstre) si otteneva la cosiddetta cristore particolarmente adatta a spazzare le case con i pavimenti formati da lastroni di pietra.
I suoi rami flessibili più grandi erano usati per legare insieme gli sterpi per le fascine (li fascette), mentre i più sottili erano utilissimi non solo per impagliare le sedie, ma anche per tenere insieme le chiocciole (li ciammagliche) in mancanza di strumenti più adeguati.
In particolare, alle chiocciole veniva praticato un foro sul guscio (anche con un piccolo sasso appuntito) attraverso il quale veniva fatto poi passare uno dei rametti. In questo modo le chiocciole risultavano impilate l'una sull'altra fino a formare una specie di collana che spesso veniva mostrata come un trofeo di caccia al rientro dalla campagna.
Tra l'altro, le piante di ginestra ormai secche erano tagliate alla base, battute a terra per eliminarne i rami più sottili ed utilizzate per accendere il fuoco oppure, senza privarle di detti rami, accese per bruciare le setole del maiale appena ucciso.
Le inflorescenze gialle e profumatissime di questa pianta quindi, non annunciano soltanto che è giunta la primavera, ma ci ricordano anche la sua grande utilità. |