Chi non la conosce? Le campagne circostanti il nostro paese ne sono piene e, quando a Fallo le strade non erano ancora asfaltate, era facile trovarle anche dentro il paese stesso, in qualunque luogo dove ci fosse un po' di terra.
Naturalmente nessuno sapeva che questa pianta fa parte della stessa famiglia della "Stella di Natale" (l'Euphorbia Pulcherrima) di cui è una "parente più povera".
Essendo una pianta selvatica di nessun interesse pratico o, peggio ancora, culinario, la pianta è stata sempre considerata un'erbaccia. Il suo nome dialettale ("Lu mùgnere") riflette certamente una delle sue caratteristiche principali: la presenza di un lattice bianco al suo interno.
Del "latte di mùgnere" si sapeva per certo che era nocivo e molti contadini raccomandavano ai bambini, di solito inutilmente, di non toccare le piante, di non romperle e, soprattutto, di non portare le mani sporche di lattice alla bocca o agli occhi. Naturalmente qualcuno per puro spirito di contraddizione o per semplice curiosità ha voluto provarne il sapore e ancora oggi ne ricorda, è proprio il caso di dirlo, "l'amara" esperienza .
Nel paese gira anche una leggenda metropolitana intorno all'uso "di lu latte di mùgnere" come rimedio contro un problema adolescenziale che provocò seri guai a chi lo utilizzò, ma in questa sede, per motivi di pudore, preferiamo non parlarne. |