Pruno o prugnolo
Famiglia: Rosacee
Genere: Prunus
Specie: spinosa
Distribuzione e habitat: E' diffuso in tutte le regioni europee a clima temperato, in Nord Africa e si è naturalizzato nel continente americano. In Italia è comune lungo le siepi, tra le macchie, nelle boscaglie e ai bordi dei campi dove forma macchie spinose impenetrabili. Cresce sui pendii soleggiati e ai margini dei sentieri delle regioni montuose di tutta Europa e nei boschi fino a 1500 m.
Utilizzo da parte dell'uomo: Essendo uno dei primi arbusti a fiorire, viene spesso piantato per il suo pregio ornamentale nei giardini. Le siepi di Prugnolo venivano usate un tempo per dividere le proprietà. Le fronde venivano usate come foraggio per i conigli, il legno duro e resistente, viene usato nella costruzione di attrezzi agricoli, bastoni da passeggio e per gli intarsi. I fiori vanno raccolti maturi in tardo autunno prima che si schiudano le foglie in primavera. La corteccia si stacca dai rami più giovani in autunno e nello stesso periodo si raccolgono i frutti. La corteccia si essicca al sole, le foglie si utilizzano solo fresche, i fiori si essiccano all'ombra e si conservano in sacchetti, i frutti si raccolgono ancora acerbi e si essiccano in forno. L'infuso si utilizza per fare gargarismi e sciacqui nel caso di gengiviti, piorrea, stomatiti e mal di gola.
ATTENZIONE: Corteccia, foglie e soprattutto fiori producono una sostanza che origina acido cianidrico, per cui il loro uso deve essere limitato sempre alle dosi prescritte da ricetta medica. Le mandorle dei noccioli delle prugnole, come quelle di molti altri frutti della famiglia delle Rosacee, contengono acido cianidrico, che è un potente tossico e quindi non si devono mangiare, né schiacciare. Anche la corteccia dei rami e della radice contiene acido cianidrico o prussico e, anche se alcuni la consigliano come astringente, va decisamente evitata.