Nel luglio del 1969 l'uomo mise piede sulla luna.
Fu un grandissimo avvenimento di cui si parlò in tutto il mondo perché fu, per citare una frase di un giornalista di allora, un "passo importante per tutta l'umanità".
La notizia di un evento così rilevante giunse naturalmente anche a Fallo con stupore di tutti i contadini che avevano visto il nostro satellite soltanto come punto di riferimento per le semine, le raccolte, le vendemmie e le "svinature".
L'evento sarebbe probabilmente passato inosservato tra gli agricoltori se non si fosse verificata una serie di fenomeni atmosferici che sconvolsero in qualche modo il normale fluire delle attività agresti. Accadde, infatti, che l'inverno successivo si rivelasse particolarmente rigido e la seguente estate piuttosto piovosa. I contadini, si sa, non sono mai completamente soddisfatti del raccolto, ma veder compromessa una buona vendemmia è per loro motivo di scontenti ben maggiori. Era quindi frequente sentire i possessori di vigne lamentarsi della pessima annata.
Fu proprio uno di questi contadini di ritorno dalla campagna dopo un pomeriggio piovigginoso che rivolgendosi ad un ragazzo il quale gli chiedeva cosa ne pensasse delle condizioni atmosferiche pronunciò la seguente frase: - St'anne chiove sempre. Pi forze!! onne jute a capistijè la lune: dice ca ci'onne jute a pigliè li cantune. Chi ci'onna da fà? Ci ni stà tante di prete pi "Li Finnune"! - (Quest'anno piove sempre. Per forza!! sono andati a calpestare la luna: dice che sono andati a prenderci i massi. Che cosa devono farci? Ce ne sono tanti di sassi a "Li Finnune").
"Li Finnune" è una località vicino Fallo particolarmente nota proprio perché ricca di rocce e massi di varie fogge e dimensioni. Secondo la semplicità del contadino raccogliere i sassi del posto sarebbe stato sicuramente meno costoso, ma soprattutto gli avrebbe consentito di fare una buona vendemmia e di bere un genuino bicchiere di vino.