È un documento che risale ai primi anni settanta: è quindi relativamente "recente" rispetto ai precedenti pubblicati in questa stessa sezione. Si tratta di un sonetto che vi proponiamo volentieri perché chi lo ha scritto non era un nativo di Fallo ma, avendovi trascorso molti anni della sua vita, ha dimostrato con questo scritto quanto il nostro paese sia stato importante per lui. Il sonetto è un acrostico, infatti le prime lettere dei versi, riunite insieme, formano il nome ed il cognome del notissimo personaggio pubblico che lo ha composto. Siamo sicuri che molti abitanti di Fallo, leggendo il suo nome, lo ricorderanno con piacere. Sono chiare le allusioni sia alle termiti che costrinsero gli abitanti ad abbandonare il primitivo sito, sia all'emigrazione che obbliga, ancora oggi, i residenti ad abbandonare il loro luogo di nascita per lavorare in giro per il mondo "in tuta" o "in cucina". |