Questa frase molto arguta fu rivolta da un nostro compaesano ad un presunto professionista che gli aveva eseguito alcune riparazioni in casa e di cui non era rimasto soddisfatto.
L'uomo che aveva realizzato i lavori, si chiamava di cognome Caracine e, chi lo aveva interpellato, aveva, come sempre, dovuto attendere parecchio tempo prima che riuscisse a "trascinarlo" in casa per fargli eseguire quanto richiesto.
Com'è noto, il termine dialettale "carracine" è molto diffuso in Abruzzo per indicare i fichi secchi. È probabile che tale locuzione tragga le sue radici etimologiche nell'antica varietà di fico "Caria", dal nome della località in Asia Minore. Questa pianta, come ci riferisce puntualmente Plinio, fu introdotta nella colonia di Alba Fucens presso l'antico lago Fucino, da un ambasciatore romano in Siria.
Chi pronunciò la frase certamente non era a conoscenza di quanto sopra citato, ma sicuramente non mancava né di spirito, né d'arguzia. Chi, infatti, non si sarebbe alterato dopo aver atteso tanto tempo per avere un operaio e vedere poi dei lavori eseguiti in maniera approssimativa?
Il nostro compaesano invece, a fronte delle scuse probabilmente poco plausibili accampati dall'esecutore dei lavori, mantenendo una calma quasi serafica pronunciò la frase: "Ma tu, sì carracine o fìchere secche?" (Ma tu, sei "caracine" o fichi secchi?) intendendo con questo far comprendere a chi lo ascoltava che il suo cognome già la diceva lunga sulla sua serietà professionale, ma forse "fico secco" era un termine ancora più appropriato.
In tutta questa vicenda quelli che ci hanno rimesso di più sono certamente i fichi secchi che, almeno a mio parere, sono certamente una delle cose più buone che la nostra regione possa regalarci. |