LA MANTIDE RELIGIOSA
"La cantamesse" (termine dialettale con cui quest'insetto viene chiamato e che letteralmente vuol dire "colei che canta la messa") era, fino a qualche anno fa, uno degli animali più ricercati per l'"allevamento" da parte dei ragazzi. Facile da trovare in campagna ed altrettanto facile da catturare, quando non era torturata in varie maniere o cacciata con le fionde, era allevata in recipienti opportunamente preparati.
L'alimentazione avveniva con mosche o piccoli insetti e lo spettacolo più interessante era certamente rappresentato dal momento in cui la mantide divorava la sua preda. Procurare il cibo alla feroce prigioniera diveniva quindi, per i carcerieri, l'occupazione principale della giornata e spesso si vedevano ragazzi in giro per le campagne circostanti il paese a caccia di grilli, ad acchiappare mosche o a raccogliere larve d'insetti sconosciuti sotto i sassi.
Nessuno probabilmente era a conoscenza delle stravaganti, anche se naturali, abitudini sessuali dell'insetto (sbrana il maschio durante l'accoppiamento): in questo caso certamente ci sarebbe stata un'ulteriore attrattiva per gli improvvisati "entomologi".
Naturalmente non mancano i modi dire legati a quest'animale. Credo che in molti abbiano sentito almeno una volta la frase (tutt'altro che lusinghiera) "tè la cocce gnè 'na cantamesse" riferita a chi, oltre ad avere un viso affilato, è anche fornito di occhi sporgenti e molto mobili.
 
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