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IL REGISTA – Emanuele Cerman

Autore, regista e attore, Emanuele Cerman nasce a Roma nel 1976. Debutta a teatro nel ’97, nella compagnia di Ettore Scola, dove cresce artisticamente per sei anni partecipando come giovane protagonista in diversi spettacoli. Dal ’99 inizia a lavorare nel cinema indipendente, interpretando alcuni film di Ivan Zuccon quali Bad Brains e, recentemente, Wrath of the Crows. Nel 2000 Ettore Scola lo porta sul set del film Concorrenza sleale dove respira per la prima volta la grandezza di un set internazionale. In TV lavora con Sergio Martino (Mozart è un assassino), Jacob Shauffelen (Donna Roma), Giulio Base (Don Matteo) e Stefano Sollima (Romanzo Criminale). Come regista dirige tutte le puntate del programma Decanter: i diari del gusto, prima su Rai Sat e poi su Gambero Rosso Channel. Scrive, dirige e monta diversi cortometraggi tra i quali Il fascino discreto della parola (vincitore nel 2012 del premio speciale Culturart Commission, in occasione del Corto d’Autore Siae). Nel 2011 scrive il film Cronaca di un assurdo normale diretto da Stefano Calvagna. Nel 2012 scrive, dirige e monta il suo primo film, in nomine Satan, presente nella selezione ufficiale del RIFF. È membro dell’Anac e tra i fondatori di Indicinema Italia. Attualmente sta scrivendo il suo nuovo film, La canara.

NOTE DI REGIA

Realizzare in nomine Satan è stata un’esperienza ai limiti. Le difficoltà produttive e le condizioni economiche mi hanno imposto di girare pensando già al montaggio finale del film (che ho realizzato io stesso): avevo a disposizione non più di due inquadrature per scena e spesso, per motivi di tempo, ero costretto a spezzare anche i totali. A causa del budget ristretto ho girato in soli dieci giorni consecutivi una sceneggiatura di oltre centodieci pagine.

Ho accettato di girare in condizioni estreme, ma con la richiesta di riscrivere l’intera sceneggiatura: non mi convinceva da un punto di vista cinematografico e inoltre volevo far emergere la mia visione della storia. Stefano Calvagna, oltre a darmi la possibilità e la responsabilità di girare il mio primo film, mi ha lasciato libero di agire come meglio credevo, e per questo lo ringrazio ancora. Il mio intervento è stato netto: principalmente ho sentito la responsabilità e il dovere di affrontare l’argomento tenendo conto del dolore che questa vicenda ha provocato (e ancora sta provocando) a decine di famiglie. Non ho realizzato questo film per fare cassetta, ma per far parlare ancora del caso di cronaca nera più agghiacciante che la storia del nostro paese ricordi. L’ho realizzato con umiltà, nel tentativo di far emergere nuove considerazioni, che esulino da quelle scaturite da un unico punto di vista, quello mediatico, che si limita a distinguere i buoni dai cattivi senza porre dubbio alcuno. Quanto raccontato in questo film potrebbe ripetersi ancora nella realtà, restando nuovamente avvolto nel dubbio.

Essendo un amante degli studi antroposofici ho inserito diversi momenti onirici: si tratta di scene che esulano dalla realtà e che, a mio parere, consentono di