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- I colori accesi di un'antica fiaba - Prima della seconda guerra mondiale, la gente di Fallo viveva un'esistenza tranquilla e pacifica. Il ciclo vitale del paese si riproponeva uguale a se stesso per anni. I giovanotti andavano nelle città (Napoli, Palermo, Roma e poche altre località in Italia; molti andavano in America o in altre nazioni) per lavorare principalmente come chefs, cuochi, camerieri o capocamerieri. Nel corso del XIX secolo alcuni di questi uomini avevano lavorato come cocchieri, stallieri o cuochi privati presso le famiglie nobili delle grandi città. In genere gli uomini lavoravano fino all'età di quaranta anni per guadagnare un po' di denaro che consentisse loro di comprare tutto ciò che la propria famiglia, che spesso includeva genitori e nonni, non era in grado di produrre in casa. Il denaro serviva anche per pagare le piccole tasse sulle proprietà, per comprare le poche cose delle quali si poteva aver bisogno e, occasionalmente, per acquistare terre o case. Quelli che lavoravano nelle città rivisitavano periodicamente Fallo, qui si sposavano e qui lasciavano moglie e prole. Vi si ritiravano quando i loro figli erano pronti per ripetere a loro volta l'intero ciclo. Le donne, i bambini e gli anziani lavoravano nei campi. Questi ultimi non erano particolarmente fertili ma riuscivano a produrre il cibo necessario per |
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l'intera famiglia: grano, mais, patate, fagioli, altri tipi di legumi quali ceci, piselli, lenticchie ed anche olio, frutta e vino. La gente raccoglieva ed accatastava legna da ardere per gli usi domestici e per riscaldarsi durante l'inverno. Ogni famiglia allevava un maiale che veniva ucciso in inverno e che forniva carne, prosciutti e salsicce per l'intero anno. Molte famiglie avevano pecore e capre che fornivano latte (quasi interamente usato per fare formaggio), capretti, agnelli e lana. Lavorare nei campi era duro e poco redditizio, ma ciò dava totale indipendenza alle famiglie. Si cucinava in un apposito spazio in cucina. C'era una catena con un gancio che pendeva in mezzo al focolare e che serviva a mantenere il recipiente sospeso sul fuoco della legna. Il più comune fra tutti era "lu cuttur", un paiolo munito di manico per essere agganciato alla catena.
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