83 CAPITOLO UNDICESIMO - Il Paradiso perduto -
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84 Mia moglie Carmela ed io abbiamo visitato recentemente Fallo (dal 27 settembre al 1 ottobre del 1994). In un certo senso, si è trattato per entrambi di un viaggio sentimentale. I quarantasei anni di assenza avevano costituito per me un doloroso intervallo. Mia moglie, nata a Boston, era desiderosa di visitare il paese dove i suoi genitori erano nati e del quale aveva sentito parlare così tanto nel corso di tutta la sua vita. Anche se fosse stato più lungo, quel viaggio di quattro giorni non ebbe il potere di riconciliare l'immagine di Fallo che conoscevo, né quella che mia moglie si era creata nella mente, con quella che trovammo. Non mi ero illuso di trovare le cose immutate poiché ero ben consapevole dei cambiamenti intercorsi, degli avvenimenti, delle morti. I Fallesi d'America, inclusi i miei genitori, erano spesso tornati in Italia o erano in contatto con i loro parenti là. Avevo visto immagini o filmati del paese che mostravano i tanti cambiamenti. Avevo notizie di Fallo anche dall'ultimo viaggio di mia madre nel 1989. Appena giunto al "bivio" di Fallo, ora mutato in una incongruente rotatoria, continuai a guidare verso il paese con la stessa trepidazione ed anticipazione che ero solito provare quando vi tornavo dopo un lungo periodo di assenza. La strada sembrava più piccola, alcune curve erano state raddrizzate. Il nuovo campo di calcio appariva abbandonato. L'albergo incompleto appariva come un edificio senza lustro e fuori luogo. Così continuai a guidare verso il paese e la gente.
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