71 stretta scalinata scavata su un lato della roccia. I due anni trascorsi a Corleone furono eccitanti per me. Venni in contatto con una cultura totalmente diversa. L'onore della casa e la gestione del giusto e dello sbagliato erano privati affari di famiglia. Tentare di chiedere aiuto alla Legge per dipanare tali questioni, era indice di scarsa virilità. Molti in città erano temuti e rispettati come "uomini d'onore". La mia prima introduzione a questo tipo di cultura avvenne un giorno subito dopo il mio arrivo. Stavo chiacchierando di fronte alla scuola con un gruppo di studenti. Parlavano del cugino di uno di loro che era stato assassinato l'anno prima. Innocentemente chiesi se avessero catturato il colpevole di quel crimine. Si guardarono l'uno con l'altro e risero. Più tardi uno di loro mi spiegò che queste questioni erano gestite "dagli uomini" di casa e che l'affare era stato già "risolto" sei mesi prima. Presto imparai che tutti gli uomini possedevano apertamente una pistola. La loro preferita era una "38 Smith e Wesson". Bisogna ricordare che, benché nel 1945 vi fosse una parvenza di governo ed una forza di polizia, l'atmosfera che regnava era quella dell'illegalità. Devo aggiungere che il controllo vigoroso esercitato dal Regime Fascista sulle contese e le vendette personali a Corleone e nelle altre città della Sicilia, non resistette a lungo. Questi primi anni del dopoguerra furono quelli in cui molti conti in sospeso furono regolati. |
72 A Corleone molti erano proprietari terrieri, possessori di bestiame e pecore, coltivatori. Gli uomini che si recavano nei campi erano soliti cavalcare i muli portando un fucile da caccia a tracolla e una cintura di munizioni. I bossoli che usavano erano caricati con un solo pallettone, certamente destinato agli uomini e non ai conigli. La famiglia di un mio caro amico aveva una villa in una remota proprietà. La porta di questa villa era protetta da una spessa lastra di metallo con una feritoia in alto attraverso la quale, dal secondo piano, qualcuno avrebbe potuto piazzare un fucile per colpire chiunque avesse tentato di forzarla. Inoltre, almeno una camera affacciata su ciascun lato della casa era dotata di una sottile fessura attraverso la quale si potesse sparare. Ho sempre ricercato le ragioni celate dietro tutto ciò, ma mi veniva ripetutamente detto che gli affronti personali ed i torti andavano lavati col sangue. Fatta eccezione per i rari momenti di seduzione, non ho mai capito fino in fondo quali fossero questi "affronti". Forse ero troppo giovane. Durante il mio soggiorno a Corleone, ebbero luogo una trentina di omicidi. Fra questi, ci fu anche l'assassinio di un capitano di polizia che era padre di uno dei miei amici. Non c'erano mai testimoni. A volte di notte era possibile scorgere degli uomini ad un angolo, vestiti con un lungo mantello di lana (il "tabarru") probabilmente per nascondere un fucile, in attesa di compiere una vendetta. Se stavi camminando per strada ed avvistavi uno di questi figuri, attraversavi lentamente verso |