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comprate, rubate o scambiate quando i Tedeschi si ritirarono dalla regione.

Uno dei prodotti più rari in questo periodo era il sale. Il suo valore era inestimabile poiché rendeva assimilabile ogni sorta di acquosa brodaglia. Era anche indispensabile per la conservazione della poca carne di maiale sfuggita alle razzie dei soldati tedeschi. C'erano anche frutti e bacche selvatiche che spesso acquietavano la fame di qualcuno che, furtivamente, ne raccoglieva nei campi pur cercando di preservare un senso di dignità. Questi erano tempi in cui la carità, in tutte le sue forme, era diretta, primordiale e vitale. Era spesso fatta come obbligo morale assunto e a volte, forse, senza neppure amore. Ma così era. Nessuno mendicava, alcuni "prendevano in prestito", e noi tutti sopravvivevamo.
Le truppe alleate arrivarono nel 1944. Il loro arrivo nelle varie città era caratterizzato da grandi attività e grandi rifornimenti. Il primo segno degli alleati a Fallo fu l'apparire di aeroplani nel cielo, molti dei quali andavano o tornavano da missioni d'aria. Non avevamo mai visto tanti aerei. Man mano che le città si riempivano di truppe di Americani

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ed Inglesi, molti degli uomini di Fallo tornarono a lavorare negli hotel che adesso ospitavano ufficiali alleati. I più fortunati, soprattutto cuochi e camerieri, dopo anni di sofferte restrizioni, vennero improvvisamente in contatto con l'abbondanza incredibile e mai vista che le truppe americane avevano portato con sé.

Scarpe, vestiti, sigarette, cibo in scatola e cioccolata cominciarono ad arrivare a Fallo dalle città (per lo più da Napoli e qualcosa da Roma). Questi beni erano stati dati, rubati o comprati al fiorente mercato nero delle città. Anche la corruzione era fiorente. La farina destinata ai villaggi dalle organizzazioni di soccorso, come l'UNRA, spesso veniva venduta dai distributori al mercato nero. Le famiglie "preminenti" che potevano permetterselo, compravano volentieri; quelli che non potevano, continuavano nella loro grama esistenza quasi come prima. Durante questo periodo di transizione e mentre la guerra continuava ancora al nord d'Italia, alcune delle attività del paese stavano lentamente riprendendo, ma nulla sarebbe più stato lo stesso.