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anno le truppe tedesche cominciarono la ritirata dalle truppe alleate che avevano invaso l'Italia e spingevano a nord. Un gruppo di soldati tedeschi, alcuni dei quali sembravano essere molto giovani, venne a Fallo. Requisirono camere in differenti case del paese e vi dormivano durante la notte. Cinque soldati occuparono l'ampia sala da pranzo della casa di mio nonno materno. Mio nonno, Carmine Di Gironimo, era tornato da Palermo l'anno prima e viveva con noi in questo periodo. Le truppe tedesche stanziate a Fallo erano pressoché indifferenti ai paesani ma non ostili. Pensavano ai loro affari durante il giorno quasi come se noi non fossimo lì. Avevano asserragliato una gran quantità di munizioni lungo tutta la strada principale che conduceva a Fallo. C'erano piccoli pezzi d'artiglieria, sacchi di polvere da sparo, granate e casse con ogni tipo di rifornimento bellico. I soldati cominciarono a scavare o posizionare armi da tiro sulle colline rocciose che dominavano il versante sud-est della vallata sottostante dalla quale essi si aspettavano di veder sopraggiungere le truppe degli alleati. Queste, allo scopo di evitare di essere circondate, avanzarono dal lato della costa e ricacciarono i tedeschi costringendoli alla ritirata.

Durante questo periodo, sperimentammo qualche visita delle SS che venivano con autocarri in cerca di uomini da destinare ai lavori forzati. Ai primi segnali del loro arrivo, gli uomini si davano alla fuga nei campi per nascondersi. In due occasioni, anche io mi trovai a correre con altri compaesani mentre i soldati delle SS ci sparavano a distanza

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ravvicinata con i loro fucili automatici. Fortunatamente riuscimmo a scamparla. In altri paesi, alcuni vennero uccisi. Capitava di frequente che alcuni gruppi di soldati tedeschi fossero alla ricerca di cibo poiché, evidentemente, non ne ricevevano più durante la loro ritirata. Prendevano tutto quello che riuscivano a reperire nelle case, specialmente salsicce, prosciutti, maiali vivi che fucilavano e cucinavano, vino e, occasionalmente, farina e frutta. Quando volevano entrare in una casa chiusa, abbattevano la porta a calci. Nascondevamo le nostre scorte alimentari a casa di zia Bambina, in una piccola stanza che avevamo occultato con dei mattoni, e una parte del cibo era interrata in una larga buca che avevamo scavato nel giardino dove tenevamo le arnie.
Ero terrorizzato dall'idea di perdere i libri che avevo e così li sotterrai nella stessa buca del cibo in un contenitore metallico per cereali. Facevamo tutto ciò perché molti dei paesi vicini erano stati dati alle fiamme dai tedeschi nel corso della loro ritirata. Fallo ebbe davvero fortuna nello sfuggire a questa sorte. Molti dei libri nascosti furono aggrediti dalla muffa ed il mio
vecchio Vocabolario di Latino "Campanile e Carbone" ne restò