57 attenzione veniva prestata all'Italiano, la Matematica, il Latino, la Storia ed il Francese. Usavamo i testi standard adottati dalle Scuole pubbliche per i livelli ai quali mi stavo preparando. Questo fu il mio primo serio accostamento ai Classici ed alla letteratura per la quale sviluppai un affetto che mi ha accompagnato nel corso dell'intera vita. I poemi epici, come l'"Orlando Furioso" di Ariosto e la "Gerusalemme Liberata" del Tasso, eccitavano la mia immaginazione. Le composizioni romantiche di Pascoli, Leopardi, Foscolo, Carducci mi conducevano alla scoperta di sentimenti che erano latenti nel mio spirito. Cominciai ad esplorare con curiosità, ammirazione ed una certa cognizione, la libreria di famiglia che ci era pervenuta dal parroco, Don Antonio Castracane, e soprattutto da suo padre Giuseppe che doveva aver avuto una predilezione per i classici. In questa piccola biblioteca c'erano opere di Cicerone, Ovidio, Orazio, Shakespeare, Milton, Dante, Petrarca, Manzoni, Caro, Monti, Metastasio, Hugo, Molière, Ariosto, Pascal, Goldoni e tanti altri. C'era anche una collezione de "L'Emporio Pittoresco", un giornale illustrato del 1860, rilegata in volumi. Presi a leggerne alcuni con frequenza. Imparai anche ad amarne la squisita rilegatura. Alcuni di essi erano fascicolati in pelle e stampati su pergamena ed emanavano il particolare odore di libri vecchi. L'amore per i libri che mi ha sempre accompagnato nel corso della vita, deve certamente aver avuto origine da qui. |
58 La guerra stava dilagando al peggio e le azioni belliche in Italia cominciavano a coinvolgere le truppe tedesche. Le notizie erano vaghe e spesso distorte dalla propaganda. Gruppi di paesani ansiosi si mettevano all'ascolto delle quotidiane informazioni radiofoniche delle ore 13, sintonizzandosi sull'unica radio del Dopolavoro, una sorta di bar-circolo sociale per uomini. C'era un generale senso di incertezza. Per taluni aspetti, questo fu un periodo di vita monotona e senza eventi a causa di un futuro incerto e di una guerra che sembrava incombere su di noi come una minacciosa nube nera. Noi giovani ragazzi ripensavamo alla vita del villaggio, semplice, senza avvenimenti eclatanti, all'abitudinario ritmo di prima, ma senza la tradizionale stabilità del passato. La vita era scandita dalle stagioni, dagli avvenimenti campestri, dai pochi eventi di nascite, morti e matrimoni.
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