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affreschi.

Nell'ampia nicchia alle spalle dell'altare c'era un grande dipinto della Madonna del Divino Amore, che era ritenuto essere un dono della
famiglia Caracciolo di Villa S. Maria. Le statue nella chiesa erano quelle di San Giovanni Battista, San Rocco, S. Antonio da Padova, la Madonna del Carmine, Santa Agata e quella di San Vincenzo Ferreri, patrono e protettore di Fallo. All'entrata della chiesa vi era l'acquasantiera realizzata in guisa di conchiglia con pietra venata bianca e nera e sorretta da un busto femminile con i seni nudi che noi, in quanto fanciulli, contemplavamo e sfioravamo furtivamente. Nelle adiacenze vi era anche una stretta scala a chiocciola che conduceva ad un ballatoio su cui
era collocato l'organo. Questa parte della chiesa ed il ballatoio

 

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sovrastante, erano le parti riservate a quei pochi uomini che seguivano le cerimonie religiose. Essi assistevano alle funzioni restando in piedi e non si sedevano mai. Solo le donne si sedevano sulle panche della chiesa (all'inizio vi erano solo delle sedie: le panche furono portate verso i primi anni del '30). Gli uomini intonavano anche i tradizionali Canti Gregoriani durante la Messa di Natale e trasportavano le statue dei Santi attraverso il paese durante le feste religiose.
Il vecchio campanile adiacente, edificato con la stessa pietra grigia di tutte le altre costruzioni del paese, era dotato di tre campane di diversa grandezza. La più grande delle tre, "lu Campanone", era
dedicata a S. Vincenzo Ferreri e venne collocata nel 1883. Aveva un tocco profondo ed intenso e veniva usata in ogni occasione assieme alle altre campane. Suonava da sola soltanto per annunciare le "Ventunore" (33 rintocchi alle 3 del pomeriggio in