39 avrebbero poi "restituite" a loro volta in differenti periodi del mese. Il pane migliore era fatto con soffice farina di grano ed era bianco, tenero e croccante. Molti contadini, ma non tutti, avevano dei vigneti di vario taglio. I vigneti richiedevano una gran quantità di lavoro. Innanzi tutto, il tipo di vitigno desiderato andava innestato su una pianta di vite Americana che aveva dato prova di resistere agli attacchi della phylloxera, una malattia che aveva distrutto i vigneti di molte regioni italiane. La vite veniva quindi potata e sostenuta con pali o canne. Il terreno doveva essere lavorato ogni anno ed in estate le piante dovevano essere asperse con una soluzione di acqua, solfato di rame e calce viva. I grappoli venivano spiccati in ottobre e portati nelle cantine dentro bigonci ("baiunz") caricati sugli asini.
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40 in grosse caldaie di rame per la strada. Il mosto ottenuto ("lu must cuott") veniva aggiunto nelle botti per favorire la fermentazione ed incrementare il tasso alcolico. Molti facevano anche la "acquat" o "vinello", una sorta di secondo vino,
aggiungendo acqua al rosso
paese, l'odore dei grappoli pestati, del mosto e della vinaccia. Anche questo periodo si concludeva con un gioioso pasto.
Gli uliveti crescevano solo sul lato della valle. Gli alberi di olive sono molto sensibili al freddo e richiedono un clima mite. Le olive venivano raccolte a mano a novembre e dicembre, a volte anche durante le prime nevicate. Venivano sparse al suolo in un area libera della cantina per consentire il completamento della maturazione e dell'essiccazione, e quindi portate ad uno dei due frantoi del paese. |