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issato ed appeso ad un apposito anello di ferro solitamente presente nei soffitti delle cucine. Gli intestini venivano raccolti in un canestro e portati dalle donne alla fontana nei pressi del paese per essere lavati. La vescica veniva svuotata , accuratamente lavata, soffiata come un pallone ed appesa a seccare. Il maiale, fatta eccezione per gli zoccoli, è interamente commestibile e forniva ad ogni famiglia salsicce, lardo, prosciutto e pancetta per l'intero anno. La giornata dell'uccisione del maiale si concludeva con un grande pasto a base di carne arrostita o brasata. Tre giorni dopo, il maiale veniva interamente elaborato. Le cosce posteriori e le spalle venivano trasformate sapientemente in prosciutti ed adagiate sul fondo di un barile di legno e coperte di sale grosso. Sopra ai prosciutti venivano disposti strati di spesso lardo, recuperati dalla schiena della bestia, e strati di parti più magre recuperati dalla pancia ed abbondantemente salati. Queste parti venivano curate per ventiquattro giorni, mentre i prosciutti venivano curati per quarantotto giorni. Il lardo e l'olio di oliva costituivano i principali condimenti della cucina locale. Le altre parti del maiale erano solitamente trasformate in salsicce che venivano fatte essiccare su pali appesi orizzontalmente ai soffitti delle cucine. Una volta essiccate, le salsicce venivano conservate in barattoli e coperte d'olio oppure tagliate in pezzi e messe nella vescica precedentemente essiccata che, per preservare il contenuto, veniva poi sigillata colandovi il grasso fuso dei rognoni. I prosciutti e le lastre di lardo venivano appese in cantine fresche e davano carne e condimento.

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Un altro evento importante a Fallo era la raccolta del granturco in tarda estate. Le donne del paese si raccoglievano in gruppi e cantavano mentre intrecciavano le foglie delle pannocchie formando lunghi serti ("scert") che venivano appesi ad essiccare su pali infissi in buchi lasciati appositamente sui muri esterni di molte case. Il giallo dorato di queste trecce era spesso visibile anche in altri paesi, come per esempio Civitaluparella. Il granturco veniva trasformato in farina per fare una sorta di pizza rustica o la polenta e, in parte, per nutrire i maiali. Le memorie della vita di campagna restano vivide nella mente dei bambini. Questi primi ricordi riaffiorano inaspettatamente a differenti gradi di intensità nel corso della vita futura ed in associazione con altre esperienze, spesso senza una logica evidente ma certamente con collegamenti inconsci.