CLICK SULLA MINIATURA PER IL DETTAGLIO DELLE ALTRE PAGINE

senso delle sproporzioni. In questo senso va la scelta di filmare attraverso angolazioni irregolari della macchina da presa, accentuando lo scarto e il senso di vertigine dei punti di vista nelle frequenti plongées e contre-plongées, cui fa da contrappunto l'uso straniato di alcuni primissimi piani sui volti; nello stesso senso va anche la scelta di servirsi della figura di determinati attori, fino alla vera e propria trovata di attribuire la parte del direttore a un nano con barba e voce stridula. Si tratta dello stesso nano (un infante con barba posticcia) che poco dopo osserviamo incapace di specchiarsi, data la statura e la proibitiva posizione dello specchio; superficie che per pochi attimi sembra deformare il corpo lillipuziano del direttore, dal momento che vi appare riflessa una figura affusolata e allungata (ma si tratta della sagoma silenziosa e riflessa di un sorvegliante). Vigo procede con massima padronanza a sviare il tono e il senso di una sequenza, lavorando a una forma interna di contrappunto: si pensi alla tranquilla passeggiata in città, destinata a trasformarsi nello sfacciato inseguimento di una giovane donna in pelliccia, che s'interrompe a sua volta dopo che la truppa ha confuso il tessuto ondeggiante della gonna con quello meno invitante di un abito talare.
Un direttore-nano, un sorvegliante spilungone, un secondo sorvegliante che, simile a un sonnambulo, nasconde i suoi occhi con una maschera nera, un grasso professore di chimica: corpi mal assortiti, inafferrabili, mostri e guardiani paradossali dell'infanzia. Il nero degli abiti dei sorveglianti, il grigio di M. Huguet, il bianco delle camicie da notte degli allievi; poi una bandiera nera issata sul tetto del collegio, una pioggia di piume d'oca che, simili a neve, invadono il dormitorio, e lo scorrimento rallentato delle immagini: ecco il ritratto gioioso della rivolta, del caos, il cuore commovente di Zéro de conduite. Ci sembra di poter sfiorare qui la vulnerabilità dei ricordi di Jean Vigo, ma è solo un attimo. Un attimo di hybris in grado di bloccare il tempo. Prima del conclusivo assalto al cielo, lì sui tetti, dopo aver rigettato ogni invito all'ordine, mentre Vigo manipola l'inclinazione verticale del tetto trasformandolo in superficie piana, dopo aver trasformato le cerimonie della vita adulta “giù in basso “ in un isterico tiro a segno.


Venerdì 24 maggio 2013


dalle 20,30 in poi: aperitivo e chiacchiera libera,
quando ci sentiamo pronti: proiezione di "Zero in Condotta.
a conclusione: chiacchiera libera e aperitivo


Ingresso libero


Francesco Castracane