IL BRACIERE

A Fallo si sa gli inverni non sono mai stati miti ed il problema di come scaldarsi c'è sempre stato.
Oltre al camino prima ed alla stufa a legna poi, non esistevano altri mezzi per mitigare i rigori dell'inverno. Le stanze da letto, quasi tutte poste al piano superiore delle case, erano particolarmente fredde e un braciere riempito dai carboni ardenti prelevati, appunto, dal camino o dalla stufa era l'unico modo per riscaldarle.
Lo scaldino qui ritratto, è un modello di lusso con il fondo in rame, completo di paletta per travasare e rimestare la brace e di supporto di ferro per un trasporto più agevole da una stanza all'altra.
Naturalmente non tutti potevano permettersi un oggetto così lussuoso e spesso i bracieri, chiamati nella forma dialettale "coppe", erano ricavati dagli oggetti più disparati: una padella bucata, una pentola senza manici e quanto altro potesse essere riciclato in casa.
In effetti, il braciere vero e proprio era chiamato "la coppe di lu fuoche" o "la coppe di la vrasce" (la coppa del fuoco o la coppa della brace) per distinguerlo da un'altra "coppe" (vedi rubrica) utilizzata per cuocere gli alimenti nel camino.
Non era in ogni caso raro che qualcuno utilizzasse il braciere con i carboni ardenti per cuocerci magari le patate, un uovo "a la coque" o abbrustolirci il pane. Era un modo per unire l'utile al dilettevole.