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PAESE MIO!...
È sera. Mentre le ombre si allungano al tramontar del sole ed una vena diaatristezza mi invade l'animo, torno con nostalgia al mio paesello lontano, che si erge, vigile scolta, su un promontorio a specchio del fiume Sangro, e mi tuffo nelle onde della memoria e della fantasia per ricordare ed immaginare fatti e persone di ieri e di oggi.
Rivedo così le case tenute insieme quasi da un istinto gregario e di difesa testimoni di una vita, i cui inizi si perdono in un passato indefinito e che ancora pulsa, a volte tempestosa come il vento che soffia nelle gole dei monti circostanti, a volte serena come le acque limpide dei ruscelli che irrorano le sue terre.
Sento di essere anche io parte di quel tessuto vitale ed incomincio a vedere visioni che sono tra il sogno la realtà.
Cosa si fa nel mio "natio borgo"?
Vedo la piazza agghindata a nuovo, che si offre a chi arriva come l'atrio di un palazzo ospitale, gremita nei giorni di festa e custodita nelle comuni giornate di sole da visi noti che vigilano su chi arriva e su chi parte, controllano il mercatino che arriva sosta qualche ora e poi riparte e, in mancanza d'altro, riannodano un discorso di cui ogni giorno si sviluppa una puntata. Vedo ancora ai margini delle strade capannelli di donne che sferruzzano ed ammiccano, circondate dai figli o nipoti irrequieti mentre vicino sonnecchiano gatti amici e cani che rispondono richiamo ed attendono un premio.
E i giovani dove sono?
L'autunno ha posto fine alle ferie.
Gli "oriundi" qui convenuti da ogni parte hanno già preso la via del ritorno alle loro dimore abituali e sul paese sembra calato il silenzio, perché non si sente più l'allegro loro vociare, né si incontrano fino a notte fonda lungo la strada che porta alla fonte. Eppure la loro presenza misteriosamente continua nel desiderio del ritorno e intanto quelli rimasti mantengono desti i vincoli con i lontani, non fosse altro tenendo aperto il "club" che sorge all'ombra della chiesa parrocchiale, ed intensificando i rapporti con quelli che arrivano spesso dai paesi vicini, superando le barriere divieti campanilismi.
Ma ecco che la visione si focalizza al richiamo di un rumore d'auto che sembra famigliare. Chi è? Forse é la macchina di don Nicola che sfreccia sempre alla stessa ora per passare da Fallo a Civitaluparella e da Civitaluparella a Fallo; è l'arrivo del dottore che presta con regolarità il suo prezioso servizio.
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