TRADIZIONI
 

Ricordo che da bambino, quando ancora non conoscevo la storia di San Rocco, ero incuriosito dalla statua esposta nella chiesa di Fallo. In tale statua il Santo è rappresentato con una ferita su una gamba in compagnia di un cane recante un pane nella bocca. Quando qualcuno degli anziani mi narrò tutta la storia di San Rocco, venni a sapere che era il protettore delle persone colpite da malattie infettive perché aveva dedicato la sua vita alla cura dei lebbrosi. La festa di San Rocco ricorre il 16 d'agosto ma, fino ad alcuni anni fa, a Fallo era celebrata insieme con quella del patrono (San Vincenzo Ferrer o Ferreri) e di Santa Maria del Soccorso: tre giorni di festa nel primo week-end d'agosto. I brani che seguono tratti da "CREDENZE USI E COSTUMI ABRUZZESI" di Gennaro Finamore, sono soltanto un piccolo esempio delle tante manifestazioni che si svolgono non solo in Abruzzo, ma anche in quasi tutto il sud d'Italia.

SAN ROCCO

Forse non v'é comune abruzzese alle cui porte non sorga un santuario al pellegrino di Montpellier. Dove la chiesa é nell'interno dell'abitato, vuol dire che questo, cresciuto col tempo, l'ha oltrepassata. Ed é inoltre da notare che la situazione delle chiese dedicate a S. Rocco suole essere dalla parte di mezzogiorno.

Salvo i duplicati, la festa del santo é celebrata il 16 di agosto.

É difficile che in altri luoghi, per pompa e per espressione di schietto sentimento, sia superata la processione fatta a onore del santo in Ortona a mare.

Per via del porto, in altri tempi più frequentato, questa città fu molto esposta alle invasioni della peste. "... Non senza ragione piacque molto (la città) alli Re di Casa d'Aragonia, il che dimostrava per venir molte volte l'está a starsi qui a diletto... ove finalmente lasciò la comodità del porto, perciocché partendosi da Ancona per infino a Bari, non si trova porto più comodo di questo... perché mai mancano navilii, d'ogni traffico, et per ogni parte del presente Golfo". De Lectis, Traslaz. et mirac. di s. Tommaso Ap. - Fermo, 1576.

A Ortona lo scampanio delle chiese presso le quali il corteo passa, e le bande musicali, che a capo nel mezzo e alla fine l'accompagnano, danno indizio ai lontani dei punti diversi raggiunti dalla processione; la quale, partendo dalla chiesa di s. Rocco a mezzodì, vi rientra, dopo aver percorse le vie principali della città, non prima delle ore 4 p. m.
Uno stuolo di contadinelli, con candele, va innanzi a due interminabili file di donne ornate dei loro abiti migliori, con grandi ceri nella destra, e scalze; le quali, alla loro volta, precedono il santo, in mezzo a quattro ceri, grandi come travi, e ai preti salmodianti. Così, nell'ore che il sole di agosto più ferve, passa la bellezza ortonese in forma di centinaia di donne fiorenti di giovinezza e orgogliose della loro fede. Quell'omaggio della bellezza alla santità, del divino umano al divino celeste, è quanto di più sublime possa esserci in un trionfo.

Nel dì di S. Rocco, l'uomo a cui nel primo anno di matrimonio é nata una figlia, deve, a cavallo a un asino, con quella in braccio, andare in giro per le strade principali del paese.

 
TORNA AD INIZIO PAGINA
TORNA ALLA PAGINA FALDUS/TRADIZIONI