Dietro ogni frase pronunciata dagli anziani c’è una storia. Spesso le espressioni adoperate nei paesi diventano d’uso comune e se ne perdono completamente il senso e l’origine. Gli anziani stessi alcune volte non ricordano il motivo di certi modi di dire, ma questo non significa che non bisogna interrogarli sul perché certe frasi vengono dette o quale sia l’origine dell’espressione usata.
In questa breve narrazione tutto nasce da una proposizione pronunciata, appunto, da un’anziana del nostro paese in una giornata di sottile pioggia estiva.
A chi le faceva notare che, viste le condizioni atmosferiche, forse era il caso di portarsi un ombrello, la donna rispondeva:
- Chi c’eja fà nchi l’umbrelle? Li so viste tante di volte lu prete nchi l’umbrelle! – (cosa devo farci con l’ombrello? L’ho visto tante di quelle volte il prete con l’ombrello!).
L’ultima parte della frase (ne ho visiti tanti di preti con l’ombrello) incuriosì non poco il figlio della nostra compaesana che volle chiedere chiarimenti in merito scoprendo così, oltre ad un fatto di famiglia fino allora sconosciuto, anche una particolarissima consuetudine ormai caduta in disuso.
Tutto nasce dalla presenza nella famiglia della nostra compaesana di una persona molto in avanti con l’età e le cui condizioni di salute spesso avevano fatto temere ad una sua dipartita.
Quando le condizioni dell’anziana peggioravano i congiunti chiamavano il prete per l’estrema unzione che la presunta moritura accettava, ma non utilizzava poiché poi, non per sua volontà, era costretta a rimandare la sua dipartita ad un altro momento.
In quest’andirivieni nella casa dell’anziana, il prete era accompagnato da un noto personaggio del nostro paese che rivestiva il ruolo di sagrestano. La funzione di quest’ultimo in questo caso era importante poiché era, appunto, il “portatore di ombrello”.
Ora, bisogna sapere, che in tempi non recentissimi, il prete che impartiva l’olio santo ai moribondi era assistito da un chierico che recava una specie di baldacchino a forma, appunto, di ombrello. Non è dato sapere se nel caso da noi narrato l’oggetto fosse veramente un ombrello o il baldacchino vero e proprio, ma sicuramente il prete con il suo assistente munito di “parapioggia” deve aver fatto parecchie volte visita in casa della nostra compaesana se ora la stessa preferisce addirittura rifiutarne l’uso anche in caso di pioggia.
C’è da aggiungere che dall’usanza di impartire l’estrema unzione con il “baldacchino”, deriva la superstizione secondo cui aprire l’ombrello in casa porti sfortuna.