I SOPRANNOMI |
GRUPPO 3 |
ZINGARELLE Quando a Fallo, riferendosi ad una persona, si dice che "è gnè nu zènghere" (è come uno zingaro), solitamente s'intende dire che è poco raccomandabile e non ci si può fidare.
Con i preconcetti radicati nella società contadina verso chi non rispettava determinate regole, era facile discriminare tali minoranze e spesso per rabbonire i bambini troppo vivaci si spaventavano minacciandoli di "darle a li zìnghere" (affidarli agli zingari).
Non che nel nostro paese non fossero mancati casi di persone indicate come discendenti di zingari, intesi sia come nomadi, sia, purtroppo come persone di scarsa levatura morale, ma l'origine di quest'epiteto non rientra in nessuna delle caratteristiche sopra citate.
Come sempre sono stati gli anziani del paese che mi hanno aiutato nella mia ricerca e la spiegazione mi ha lasciato, come sempre, sbalordito.
Pare, infatti, che il soprannome derivi dal fatto che la famiglia cui apparteneva la donna con tale epiteto (zingarelle in dialetto vuol dire piccola zingara), fosse molto numerosa e che il capo famiglia molto prolifico.
Tale peculiarità già da sola bastava ad attribuire alla famiglia il soprannome, ma il fatto poi che tutti i suoi membri vivessero in un'unica casa (sembra anche abbastanza piccola) accentuava sicuramente la sensazione di avere a che fare con una comunità di zingari.
Probabilmente la minuta costituzione della donna ed il suo modo di vestire un po' dimesso hanno poi fatto il resto.
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