I SOPRANNOMI
GRUPPO 4

PRICUOCHE

Ammetto di essere piuttosto imbarazzato nel dover dare spiegazioni circa le origini di questo soprannome.
Proprio per evitare tale disagio, avevo inizialmente formulata l'ipotesi che l'epiteto derivasse dal cognome partenopeo, peraltro piuttosto diffuso, di Percuoco (a San Giovanni a Teduccio esiste anche una villa con tale nome). Da indagini svolte e da interviste fatte alle persone più anziane del paese ho avuto però solo la conferma a quanto già si supponeva: il soprannome deriva proprio da "pricuoche" (peto, in italiano).
 
Alcuni anni fa (nel 1983) veniva proiettato nelle sale cinematografiche un film il cui titolo era "Il petomane": storia di un certo Joseph Pujol che si esibiva, con molto successo, in un locale notturno parigino in un numero veramente originale.
Anche il possessore di questo soprannome pare che avesse una certa predisposizione naturale a questo tipo di emissioni gassose, ma che, al contrario, sembra che non fosse molto apprezzato.
In compenso era, come quasi tutti a quei tempi, piuttosto povero in canna, e girava per il paese con il fondo dei calzoni sempre rattoppato con pezze di vario colore che continuavano a strapparsi ed a scucirsi. In molti affermano che le flatulenze emesse dal soggetto in questione facessero agitare come bandierine tali toppe rendendo così ancora più interessante il personaggio ed il suo soprannome.
 
Naturalmente non mancano gli aneddoti legati sia al nostro eroe sia all'epiteto stesso e quanto di seguito narrato è solo un esempio dei tanti episodi che circolavano a Fallo. Pare dunque che il capostipite della famiglia con tale soprannome fosse stato un giorno richiesto come aiuto per l'uccisione di un maiale. Durante una pausa del lavoro si sedette sull'orlo di un tino (tiniecce, in dialetto) riempito in parte della carne dell'animale da poco macellato provocando agitazione nel padrone di casa il quale corse immediatamente a procurargli una sedia. Secondo quanto riferito dal possessore del maiale stesso, il gesto non era stato un atto di gentilezza verso l'uomo, ma era stato dettato dalla preoccupazione del padrone dell'animale di vedere compromessa in maniera irreparabile la carne del suo maiale.