È inconfondibile! Si tratta della famosa "machine di la midicine" (letteralmente: macchina della medicina) utilizzata dai "viticoltori" del nostro paese quando ancora esistevano le vigne ed ancora non si conoscevano i moderni mezzi.
Il modello qui ritratto, vista la patina del verderame che lo ricopre, deve essere stato un "veterano di molte battaglie". Risale probabilmente ai tempi in cui irrorare la vigna costava non poca fatica: spesso era necessario trasportare l'acqua dal più vicino ruscello o fontana, riempire gli appositi contenitori ed infine sciogliere al suo interno il solfato di rame (chiamato in viticoltura, appunto, verderame).
Non esistevano naturalmente le moderne mascherine per proteggere il viso e la bocca quindi, alla fine della giornata, l'utilizzatore dell'oggetto in questione aveva assunto un bel colore turchino.
Esistevano invece i "preposti" a questo tipo di lavoro e credo che in molti ricorderanno un noto personaggio che per anni ha frequentato il nostro paese interessandosi essenzialmente di lavori agricoli ed in particolare dell'irrorazione delle viti con la "medicina". Si era così meritato da parte dei più giovani l'epiteto di "Uomo della Medicina", come se fosse un vecchio Pellerossa.