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IL DDT
Dalla metà degli anni quaranta fu immesso sul mercato il DDT (Dichloro Diphenyl Trichloroethane) adottato sia per debellare gli insetti quali la zanzara Anofele (quella che provoca la Malaria) sia in agricoltura. L'utilizzo per uso domestico da parte delle famiglie si ebbe intorno agli anni cinquanta e continuò per gran parte degli anni sessanta. Per debellare mosche e zanzare era l'ideale, le sterminava, ma ben pochi ne conoscevano i gravi effetti collaterali.
A Fallo le mosche non sono mai mancate ed in estate in casa ti tenevano compagnia a qualsiasi ora del giorno e della notte decorando con le loro tracce le suppellettili. L'avvento del DDT (chiamato onomatopeicamente flit) fu la soluzione a questo fastidioso problema e se ne faceva un uso sconsiderato.
Si era soliti spruzzarne in gran quantità in casa dopo aver chiuso porte e finestre avendo avuto (ma non sempre) l'accortezza di far uscire tutti i membri della famiglia. "Scite dafore ca' eja minà 'na 'nzè di flit" (uscite fuori che devo dare un po' di flit) era la frase usata come preallarme prima di riempire l'abitazione di veleno. Succedeva a volte di dover rientrare in casa mentre il prodotto perpetrava la sua strage d'insetti e di essere assaliti dal profumo acre del prodotto che ti entrava nelle narici rischiando di farti svenire facendoti finire insieme agli insetti morti o agonizzanti che ricoprivano il pavimento.
Le foto che seguono ritraggono uno degli ultimi modelli di erogatore del "flit". Le scritte pubblicitarie riportate sull'erogatore stesso, del tipo "Un profumo per la casa" e "L'atomica per gli insetti" sono certamente interessanti. Che fosse quasi una bomba atomica è indubbio, ma che non lo fosse solo per gli insetti fu, purtroppo, divulgato solo molto più tardi.