A DA ATTACCÀ N'ANTRA SUMUARE
In tempi non proprio recenti, da Fallo ci si muoveva raramente e, quando lo si faceva, gli spostamenti avvenivano a piedi, a dorso di somaro, di mulo, o, per i più fortunati, su una carrozza trainata da bestie da soma.
Queste ultime erano identificate con il termine generico di "vitture" (vetture).

In realtà tale termine era più in uso nel circondario che a Fallo e la persona che pronunciò tale frase era, in effetti, originaria di Villa Santa Maria e fallese d'adozione per vincolo matrimoniale.

Tale personaggio, che morì in tarda età, era notissimo oltre che per questa locuzione e per tutta una serie d'altre battute rimaste nella storia, anche per la sua vita coniugale costellata da diversi matrimoni e vedovanze.
Viveva la sua vita tra Civitaluparella, Fallo, Villa Santa Maria ed i paesi limitrofi spostandosi sempre a dorso d'animale.
L'avvento del treno fu quindi per questa persona una grandissima novità e quando si trattò di recarsi a Napoli a bordo di questo nuovo mezzo di trasporto accolse la notizia con molto entusiasmo.
Nel viaggio fu accompagnata da alcuni nipoti che, conoscendo i disagi di un viaggio in treno, la misero sull'avviso delle difficoltà che avrebbero incontrato durante il tragitto. Tutto ciò non spaventò affatto il personaggio della nostra storia che affrontò l'avventura con tutta la pazienza e la rassegnazione propria dei contadini.
Ad una non bene definita stazione intermedia tra Fallo e Napoli, il treno si fermò per una lunga sosta e, forse più per curiosità che per impazienza, il personaggio protagonista di questo aneddoto si sporse dal finestrino e domandò a gran voce al capo treno: - Picchè zi seme fimate? - Perché ci siamo fermati? -
- Perché il treno è troppo pieno e dobbiamo attaccare un'altra vettura! - replicò l'uomo. Fu a questo punto che rientrato dal finestrino e rivolto ai nipoti il noto personaggio pronunciò nel dialetto originario del suo paese la fatidica frase: - Dice ca a da attaccà n'antra sumuare! E tutte stu' tiempe ci mette?! - Dice che devono attaccare (attaccà sta per legare in dialetto) un'altra somara ("la vitture" in dialetto )! E tutto questo tempo ci mettono?! -
 
TORNA AD INIZIO PAGINA
TORNA ALLA PAGINA FALDUS/GNA' DICETTE CULLE