Il nostro, si sa, è stato sempre un paese d'emigranti. Moltissimi fallesi sono partiti per ogni parte del mondo portandosi dietro tutto il bagaglio delle nostre tradizioni e, con esso, il nostro dialetto. Molti sono poi tornati dopo tantissimi anni ed hanno trovato un'Italia completamente trasformata, il loro paese d'origine completamente diverso e, in alcuni casi, un idioma che non riconoscevano più.
L'emigrazione porta a doversi integrare nel modo più veloce possibile al paese ospite, soprattutto per quanto riguarda la lingua ed è per questo che spesso gli emigranti che tornavano a Fallo (soprattutto dall'America) parlavano una lingua incomprensibile in italiano, in dialetto e persino in inglese, frutto del miscuglio idiomatico di cui si parlava sopra.
Le tipiche frasi della strada come la classica "son of bitch", diveniva quindi "s'anime bicce" o addirittura "s'animale bicce" che non vuol dire assolutamente nulla. Altra particolare frase utilizzata per scusarsi di un errore commesso era "Scùseme, non su veriùelle" (Excuse me, I don't know very well).
C'era anche qualcuno che si era "upirate a la colblatta" (operato alla colblatta) dove con il termine "colblatta" si intendeva tradurre la locuzione inglese gallbladder (cistifellea). Ovviamente l'elenco non si esaurisce con questi pochi esempi, ce ne sarebbero talmente tanti da poterne fare quasi un manuale, ma preferisco fermarmi qui e rimandare ad un altro momento l'esposizione delle frasi migliori.
C'era però anche chi, pur conoscendo perfettamente la lingua, si divertiva ad utilizzare termini dialettali per confondere la persona con cui stava discutendo.
È questo il caso di un nostro compaesano che, in non ben specificato paese anglosassone, si trovò a discutere con un abitante del posto per problemi di lavoro ed a cui, dopo aver inutilmente cercato di spiegare le proprie ragioni, si rivolse con la seguente frase: "Do you want to taste "Lu Passone ?" (vuoi assaggiare "Lu Passone"). Per chi non lo ricordasse il termine "passone" è un modo arcaico per definire il bastone e siamo sicuri che il nostro utilizzò volutamente tale parola per rendere la frase ancora più di "effetto".
La risposta dell'altro soggetto della discussione fu ovvia: "What ?" (Cosa ?). E, non contento, il nostro compaesano ribadì: "You don't know what is "Lu passone""? (non sai cosa è "Lu passone" ?) come se "Lu passone" fosse uno delle sette meraviglie del mondo che tutti, quasi obbligatoriamente, dovessero conoscere.
In base alle testimonianze rese dai presenti alla discussione pare che i toni a questo punto si accesero ulteriormente soprattutto perché l'anglosassone si sentiva un tantino preso in giro e sembra che soltanto l'intervento di alcuni volenterosi evitò che il diverbio degenerasse in qualcosa di peggio.
Il nostro compaesano certamente non sapeva che la sua frase sarebbe passata alla storia.
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