IL RAMARRO
Questo rettile, insieme alla lucertola, era per i ragazzi uno degli animali più "cacciati" e ricercati nelle campagne circostanti il nostro paese.
A differenza della lucertola questo sauro era più difficile da trovare e spesso chi ci s'imbatteva di solito provava un certo timore reverenziale un po' dovuto alle dimensioni dell'animale, un po' dovuto ai suoi colori brillanti. C'era, infatti, da rimanere affascinati dalla sua pelle squamosa verde smeraldo.
Erano inoltre pochi coloro che avevano tentato di allevarne qualcuno. Si diceva: "è troppe difficile d'acchiappà" (è troppo difficile da catturare), cosa in parte vera poiché l'animale si sposta velocemente sia sugli alberi che sul terreno, ma forse, in effetti, dietro questa frase si nascondeva un certo rispetto e un certo timore per la sua maestosa bellezza. Si preferiva così dargli la caccia con le fionde cercandolo nei luoghi assolati o sui tronchi degli alberi.
I contadini stessi ne erano affascinati e spesso, indicando qualche individuo agli stupefatti bambini, erano soliti esclamare: "Guarde, guarde lu ruàchene! Guarde gnà zi stà nzulagnenne buone buone!" (Guarda, guarda il ramarro! Guarda come si sta crogiolando al sole!).

Ramarro (Lacerta viridis)

CLASSE: RETTILI

ORDINE: SQUAMATI

SUB ORDINE: SAURI

FAMIGLIA: LACERTIDI

Lunghezza: 25-30 cm, fino a 40 cm, di cui i tre quinti sono costituiti dalla coda.

Il ramarro costituisce senz'altro il più elegante sauro europeo: il maschio presenta tutta la parte superiore del corpo di colore verde brillante, punteggiata di nero, mentre il ventre è uniformemente di colore giallo. Nel periodo riproduttivo inoltre, la gola degli esemplari maschi assume una tonalità azzurra, caratteristica talvolta comune anche in alcune femmine; queste solitamente presentano una colorazione dorsale bruna o di un verde più chiaro rispetto ai maschi e non di rado sono caratterizzate da delle striature chiare, due o quattro, bordate da linee o punteggiature nere, che attraversano i fianchi dell'animale.

Il ramarro è un sauro largamente diffuso in tutta l'Europa centro-meridionale e la sua area di distribuzione comprende tutta l'Italia, ad eccezione della Sardegna. Si spinge fino a 1800 m.

Si tratta di una lucertola molto attiva, esclusivamente diurna, che appena la temperatura lo permette, esce dalla propria tana alla ricerca di cibo: le prede più comuni sono gli insetti, come cavallette o coleotteri, ma il ramarro si ciba anche di larve, bruchi, frutta o uova d'uccello e a volte i grossi adulti non esitano ad attaccare piccoli vertebrati come rane, piccoli topi, giovani serpenti, nidiacei e altre lucertole. Il ramarro essendo un abile arrampicatore conduce indistintamente una vita terricola o arboricola anche se il suo rifugio, un tronco marcio, una vecchia tana o un mucchio di foglie secche, si trova di solito all'altezza del suolo; è altresì un eccellente nuotatore e in caso di pericolo non esita a tuffarsi nell'acqua per nascondersi sul fondo o riemergere dopo qualche metro. Anche sul terreno è una preda difficilissima da catturare per qualsiasi predatore, uomo compreso, poiché si sposta con eccezionale velocità su qualsiasi terreno, e riesce ad infilarsi in fessure strettissime grazie all'elasticità del suo corpo.

L'accoppiamento avviene generalmente nel mese di Maggio, quando i maschi si sfidano in combattimenti a volte molto brutali che però non si concludono mai con la morte di uno dei contendenti. I giovani ramarri nascono dopo 3 mesi e sono lunghi 7-8 cm, coda compresa. La maturità sessuale è raggiunta dopo il secondo anno di età e nei giovani l'accoppiamento si protrae sino a Giugno. L'età che può raggiungere un ramarro va dai 12 ai 15 anni.

I potenziali predatori dei giovani ramarri sono le donnole, i gatti, i serpenti e i roditori che ne saccheggiano i nidi mangiandone le uova. L'unico vero nemico degli esemplari adulti sembra essere l'uomo, che, con il forte uso di pesticidi, ne ha causato la rarefazione della specie in certe zone.

 
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