L'ONISCO
Chi vive in città difficilmente conosce questo piccolo artropode la cui caratteristica principale è quella di appallottolarsi quando si sente minacciato.
Al contrario, nel nostro paese gli onischi sono facilmente visibili soprattutto nelle ore notturne e nelle zone particolarmente umide. Naturalmente il loro nome gergale non ha niente a che vedere con quello italiano: sono comunemente chiamati "'nzerraporte" che letteralmente vuol dire "serra porta" o "chiudi porta" ad ulteriore conferma di come le forme dialettali tendano sempre ad ascriversi ad atteggiamenti o a particolarità fisiche del soggetto cui si riferiscono.
Esiste inoltre un altro nome dialettale per quest'insetto, forgiato probabilmente da qualcuno cui il termine precedente sembrava inadeguato per un essere così fragile. Tale nome è poi quello con cui l'artropode è indicato ai bambini: lu purchitte di San'Antonio (il porcellino di Sant'Antonio).
Nella lingua corrente l'onisco è anche chiamato porcellino di terra e probabilmente nessuno è in grado di spiegare la trasformazione idiomatica del suo nome, né il motivo per cui sia stato tirato in ballo il Santo protettore degli animali: una cosa è certa da bambini si andava in cerca dei "purchitte di Sant'Antonio" invece che di "li 'nzerraporte".

Onisco (Oniscus)

CLASSE: MALACROSTRACA

SOTTOCLASSE: EUMALACROSTRACA

SUPERORDINE: PERACARIDA

ORDINE: ISOPODA

SOTTORDINE: ONOSCIDAE

 

I porcellini di terra (così vengono chiamati comunemente gli onischi) sono dei crostacei e come tali sono amanti dell'acqua.
Tutti i crostacei, infatti, vivono nel mare o nelle acque dolci tranne i porcellini di terra e pochi altri. La loro tecnica di arrotolarsi su se stessi limita la traspirazione e il prosciugamento del corpo.
Questa è inoltre un'ottima tattica contro i nemici: raggomitolato com'è si presenta come una palla liscia e dura che è arduo colpire e le parti delicate come le zampe, le antenne e il ventre, sono riparate perfettamente.
Un altro curioso comportamento che li difende dalla siccità deriva dal fatto che essi fuggono dalla luce quando l'ambiente è umido, mentre sono attirati da questa quando è secco. Perciò, quando il loro rifugio sotterraneo si asciuga troppo, essi emergono, perché attratti dalla luce e vagano fino a che trovato un ambiente umido tornano ad essere amanti del buio e così sprofondano nel nuovo nascondiglio.
La loro lunghezza varia dai 4 ai 18 millimetri. Sono saprofaghi: si nutrono cioè di cadaveri di altri insetti, di escrementi, di piante morte ed alghe.

 

 
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