IL GRANCHIO
Credo che gli abitanti di Fallo abbiano conosciuto questo crostaceo in tempi relativamente recenti.
Sembra che fosse molto più noto il gambero di fiume e che la presenza del granchio anche nei ruscelli che irrigavano i campi era del tutto ignorata. Come spesso accade in questi casi, la sua scoperta pare che sia stata del tutto casuale.
Due contadini che come tali erano sempre in continua lotta contro ogni genere di malattie e di parassiti, un giorno scoprirono in un orto de "La fonte" l'improvviso avvizzimento d'alcune rigogliosissime piante di pomodori. Nel terreno sotto lo stelo erano presenti dei grossi buchi somiglianti a quelli dei grilli talpa, ma di dimensioni più grandi. Scavando con una piccola zappa alla base di una delle piante appassite, improvvisamente venne fuori un piccolo mostro dal colore verde scuro fornito di due enormi chele con le quali cercava di difendersi dal taglio della zappa. "Nin è nu grille talpe, è nu grance!" affermò il più esperto dei contadini afferrando l'animale sul dorso e mostrandolo all'altro.
Da quel momento in poi il granchio entrò a far parte degli animali della fauna locale e ben presto in molti cominciarono ad esserne interessati. Qualcuno, imbeccato forse da uno dei tanti cuochi esperti di cui il nostro paese può vantarsi, scoprì che il crostaceo era commestibile e si diede così a cercarlo per scopi puramente mangerecci. I più abili e coraggiosi dei "cacciatori" si diedero quindi alla ricerca dei granchi lungo tutti i corsi d'acqua che circondavano il paese affrontando "il mostro" a mani nude e stanandolo dalla propria tana senza timore di restare mutilati dalle temutissime chele.
Gli altri, meno esperti, si organizzavano come meglio potevano: non era raro quindi incontrare in campagna gente armata addirittura di scolapasta sottratti alla cucina di casa per catturare i malcapitati crostacei. Per onore di cronaca occorre dire che effettivamente gli spaghetti con il sugo di granchio sono veramente buoni.
C'era poi anche chi, disinteressandosi completamente dell'aspetto mangereccio della situazione, utilizzava i granchi per scopi "scientifici". Erano molti, infatti, i ragazzi che li catturavano per "fini personali" con l'intento di allevarli in casa o li portavano nelle campagne di loro proprietà liberandoli lungo i corsi d'acqua dove i crostacei (spesso femmine cariche di uova) prolificavano scavando buchi nel terreno con sommo piacere dei genitori che vedevano così avvizzire le piante dell'orto.
 
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