IL CERAMBICE
Questo coleottero, ormai diventato piuttosto raro e protetto dalla convenzione di Berna perché a rischio estinzione, per anni ha rappresentato uno degli insetti più ricercato dai ragazzi. La sua forma allungata, il suo colore nero brillante, le sue lunghissime antenne e il particolarissimo verso che emetteva quando disturbato, lo rendevano certamente uno degli animali più interessanti delle nostre zone.
Nella forma dialettale è meglio conosciuto con il nome, non proprio scientifico, di "Cioce" ed era facile trovarlo soprattutto nelle ore notturne nelle vicinanze delle legnaie.
Si diceva anche, ma questo non è stato mai avvalorato da nessun fondamento scientifico, che contando il numero dei noduli delle antenne si poteva ottenere l'età dell'insetto. Ciò era probabilmente soltanto un pretesto per spingere i ragazzi a dare al caccia agli esemplari più grandi e più belli.
Per quanto riguarda poi il famoso detto "Sta' gnè nu cioce" (sta come un cerambice) per indicare una persona in buone condizioni di salute, sembra che la frase non sia altro che la traslazione idiomatica della locuzione "Sta' gnè nu cece" (sta come un cece) riferito a chi, essendo in buona salute, assume appunto la rotondità di tale legume.

Cerambice eroe (Cerambix cerdo)

ORDINE: COLEOTTERI

FAMIGLIA: CERAMBICIDI

Dimensioni 30-50 mm. È un insetto piuttosto grande che vive nei boschi di querce dove vola pesantemente ronzando di ramo in ramo durante le sere estive.
Le lunghe antenne caratteristiche di questo insetto sono molto più sviluppate nei maschi che nelle femmine. Queste ultime invece hanno un organo molto lungo per deporre le uova e adatto per inserirle nelle screpolature della corteccia.
Le larve, che nascono dalle uova, incominciano subito a rodere il legno della pianta che verrà digerito grazie all'aiuto di microrganismi che si trovano nel loro apparato digerente. Queste larve raggiungono il completo sviluppo piuttosto lentamente (3-4 anni) anche a causa dello scarso potere nutritivo del legno.
Il cerambice è legato tutta la vita ad un solo tipo di pianta (la quercia) nutrendosi prima del suo legno e da adulto del suo polline e dei liquidi ricchi di zuccheri prodotti dalla pianta.
I suoi predatori sono: il picchio che si nutre delle larve che scova sotto alla corteccia, mentre alcuni rapaci notturni (civetta, barbagianni, gufo) o altri attivi fino all'imbrunire (lodolaio, gheppio) si nutrono dell'insetto adulto.

 
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