FERE
Soffia, tira (il vento); coniugato solo alla terza persona singolare di alcuni tempi dell'indicativo e, molto più raramente, al participio passato, al participio presente e al gerundio (vedi nei "modi di dire" in calce). Di questo particolare verbo non esiste la forma dell'infinito che, giocando con maccheronica deduzione, potrebbe essere "fèrere" (ma attenzione: è solo un gioco!). È veramente sorprendente, quasi incredibile, che attraverso il trascorrere dei secoli (tanti) il verbo in questione abbia conservato assolutamente inalterata la sua radice latina ferre (paradigma: fero-fers-tuli-latum-ferre). E non solo: del citato verbo latino è rimasta intatta anche la forma irregolare (da cui deriva, nel termine dialettale, l'abolizione del modo infinito). Chiunque in età scolare si sia cimentato con le traduzioni dal latino, ricorderà con particolare insofferenza questo verbo ostico che, fra le mille eccezioni che lo riguardano, annovera anche la "disgrazia" di avere una quantità pressoché illimitata di significati (cosa non certo utile in fase di traduzione durante un compito in classe). Fra tali significati ne ricorrono alcuni che ben giustificano quello attuale del nostro dialetto: diffondere, spandere, trascinare con sé, divulgare, irrompere, portar via. Tutte accezioni che si confanno ottimamente all'azione del vento. Per chi ne volesse apprezzare meglio la particolarità del significato e la difficile gestione dell'uso, consigliamo l'osservazione di questo termine nel gustoso aneddoto "Nengue e ferono gli eventi" pubblicato nella rubrica "Gnà dicette culle" del Sito. Modi di dire: "Fa lu fridde e fere lu viente" (fa freddo e tira vento);
"fereva 'na bella virzillette" (soffiava una bella arietta frizzante);
"nnì scì ca sta ferenne nu viente ilate" (non uscire ché sta soffiando un vento gelido: è questa una delle allocuzioni in cui il verbo è espresso al gerundio);
"lu chiamive e arrivette di ferrente" (lo chiamai e arrivò velocemente, precipitosamente - come il vento - : qui il verbo è al participio presente in allocuzione idiomatica);
"tineve cierte ristròppele da abbrusciuà, ma doppe pinzive ca si avesse ferute lu viente z'avesse appicciete tutte la muntagne." (avevo delle stoppie da bruciare ma poi pensai che se avesse soffiato il vento, avrebbe preso fuoco l'intera montagna: il verbo è al participio passato - molto raro -).
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