CIAVUCHE
Buco-buca. Oltre al significato citato, il termine fa riferimento anche ai "buchi" anatomici. Un particolare e divertente aneddoto, nel raccontare il quale omettiamo il nome dei personaggi per ovvie ragioni di riservatezza, narra di una donna di qualche tempo fa, nota per la sua schietta rozzezza di espressione e per la sua sindrome di malata immaginaria, che così descriveva i suoi malanni allo sventurato medico che la visitava: "Ecche lu vite dotto': cheste (alludeva alla testa) nin la pozze move ca mi zi sciacquareje; chiste (alludeva ai piedi) mi z'addumidisce... Si mmove lu vruacce, mi corre 'na saiette abballe pi la schine e lu dilore è accuscì forte ca mi tire tutte lu prisutte e mi z'aricumpronte a lu ciavuche di lu cule!" (TRADUZIONE : "Ecco Dottore, guardi : questa (la testa) non la posso muovere perché mi sciacqua, questi (i piedi) mi si gonfiano. Se muovo il braccio mi corre una saetta lungo tutta la schiena ed il dolore è così forte che mi "tira" la natica e mi va a corrispondere fino al buco del culo! ". "la ciavuche di li galline" (il buco per il passaggio delle galline: solitamente le porte delle stalle presentavano un buco in basso per consentire l'uscita delle galline e permettere loro di razzolare nel recinto circostante. La sera il buco veniva richiuso con una pietra o con un piccolo asse di legno per evitare che, nel corso della notte, animali predatori potessero passarvi e fare razzia nei pollai); "Z'è ciavucuate lu suacche" (si è bucato il sacco);
"pare ca i z'è ciavucuate lu stommeche!" (sembra che gli si sia bucato lo stomaco: riferito a persona insaziabile ed ingorda);
"tè li saccocce ciavucuate !" (ha le tasche bucate, è uno spendaccione).
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