ARIVUNTÀ

Tracimare, traboccare. Termine derivante da “vontare” che troviamo con diverse varianti in molti altri dialetti italiani. Tante sono le ipotesi sull’etimologia della parola ed alcune piuttosto fantasiose. Le più attendibili sono quelle che fanno derivare il termine dal verbo latino vòmere (vomitare) e dalla contrazione di re-voltare. Nel nostro paese la parola è di uso molto comune quando si parla del liquido che trabocca da un recipiente a seguito della bollitura (lu latte arivonde: il latte trabocca; arivonde lu cutture nchi li maccarune: trabocca il paiolo con i maccheroni).
A proposito dell’uso di tale termine, nel nostro paese, si racconta il seguente aneddoto.
Molti anni fa, durante un’allegra serata trascorsa a gozzovigliare, un nostro conterraneo aveva talmente ecceduto nel bere da non essere più in grado di alzarsi da tavola. Quando il suo stomaco non riuscì più a contenere tutto il liquido ingurgitato decise che era il caso di liberarsene di almeno una parte inducendo il vomito. L’uomo che, come già detto, non era più in grado di alzarsi, risolse il problema semplicemente chinandosi da una parte e svuotando l’eccesso in terra.
A questo punto qualcuno degli altri commensali, forse il più lucido dell’allegra brigata, commentò l’accaduto con la frase: “Ha ‘rivuntate lu buttiglione”.