-----Quando mia madre ed io partimmo per gli Stati Uniti nel 1948 ci permisero di portare con noi solo un metro cubico di bagagli sulla nave Saturnia. Portammo con noi solo gli effetti personali essenziali, e dovemmo lasciare ogni altra cosa a Fallo. Fui costretto a lasciare tutti i libri della biblioteca di famiglia. Questi libri provenivano dalla biblioteca di Don Antonio Castracane. il cognato di Bambina Di Vito la zia di mia madre. Questi libri mi avevano affascinato fin dalla mia fanciullezza, mi avevano dato uno squarcio di un mondo differente, esoterico. misterioso. Nei primi anni della mia infanzia nemmeno capivo il loro contenuto, guardavo avidamente solo le illustrazioni su quelle vecchie pagine, ma sin d’allora cominciò il mio affetto per i libri, un affetto che non é mai diminuito.
-----Durante la ritirata dei Tedeschi verso la fine del 1943 si anticipava che Fallo sarebbe stato incendiato o distrutto come tanti altri paesi vicini. In famiglia si decise di seppellire i pochi oggetti di valore nell'orto vicino casa. sperando di poterli salvare. Io proposi che anche i libri più importanti della collezione fossero seppelliti. Quest’idea non fu considerata con entusiasmo da mio nonno, mia madre e mia zia, ma per accontentarmi infine mi permisero d'includere i "miei" libri in questa comica sepoltura. I libri furono collocati in un grande recipiente di zinco fino allora usato per contenere il grano. Fortunatamente Fallo non fu incendiato o distrutto. Dopo la ritirata dei Tedeschi le nostre possessioni furono dissotterate. Alcuni dei libri furono danneggiati dalla muffa, e ancora oggi delle macchie verdastre sono ancora visibili su qualche pagina: un ricordo di tempi tristi e confusi.
-----I miei genitori tornarono in Italia per la prima volta nel 1957 per essere vicini alla mia cara zia Bambina Di Vito che stava gravemente malata. Dopo la sua morte tornarono a Boston, e riportarono con loro un baule pieno dei libri che avevo lasciato nel paese. Fu con gran gioia che mi riunii con questi vecchi amici. Nel baule, tra i vecchi documenti, trovai un fascicolo di vecchi documenti che non avevo mai visto. Si trattava di atti di compra o vendita di terreni e fabbricati a Fallo o nel territorio circostante, ed erano stati redatti tra il 1832 e 1887. I cognomi menzionati in questi documenti sono in maggior parte gli stessi cognomi ancora esistenti a Fallo. Molti degl’individui menzionati nei documenti possono essere facilmente identificati, altri potrebbero appartenere a diverse famiglie che portano lo stesso cognome. Solo una seria ricerca negli U archivi provinciali, cosa per me impossibile fare attualmente, potrebbe provvedere informazioni più precise sull’identità delle persone menzionate.
-----Ho trascritto in italiano questi manoscritti, e ho tradotto questi documenti in inglese con la massima fedeltà ai testi originali. A volte ho dovuto tradurre a senso piuttosto che alla lettera per ragioni linguistiche, oppure per rendere più comprensibili al lettore frasi arcaiche o legali. In alcuni casi mi é stato impossibile tradurre termini illeggibili o di uso idiomatico a me sconosciuto. Per questo ci saranno certamente delle minori inesattezze nella traduzione. La traduzione in inglese di questi documenti é stata fatta per renderli accessibili ai discendenti degli emigranti Fallesi negli Stati Uniti.
-----Il contenuto di questi documenti é essenzialmente semplice. La loro importanza è legata alla gente di Fallo e al territorio circostante. Chiunque conosce la vita dei piccoli paesi con tutte le abitudini e tradizioni rivelate in ogni attività quotidiana potrà trovare molto di più nella lettura di questi documenti legali e piuttosto monotoni. In queste pagine traspariscono vicende dolorose di famiglia, privazioni, sacrifici, avarizia, e qualche volta un certo senso d'onore dell'individuo. Per altri, questi documenti offrono un piccolo squarcio della semplice e ardua vita dei nostri antenati.
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Mario Catinella
Boston, Massachusetts
Aprile, 2002 |
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