IL SAMBUCO
Questa pianta dai profumatissimi fiori cresce spontaneamente sia nelle campagne circostanti il nostro paese, sia dentro il paese stesso. Un tempo, le sue proprietà naturali erano molto più sfruttate.
Le persone più anziane di Fallo ricordano, infatti, quando del sambuco (di lu sammuche) erano impiegati i rami per attirare gli insetti, soprattutto le mosche. Pare però, a quanto dicono, che il sistema utilizzato non fosse del tutto efficace: forse era sbagliato il metodo d'applicazione o forse, più semplicemente, la causa va ricercata nel fatto che, essendo troppe le mosche, non sarebbe bastata neppure un'intera foresta per tenerle lontane tutte.
In pratica, alcuni rami della pianta erano legati ad un gancio al centro della cucina e gli insetti, essendone attratti, vi si posavano sopra evitando così di contaminare con la loro presenza i cibi e quanto altro si trovasse nella stanza. Quando le mosche coprivano i rami, questi ultimi erano chiusi in un sacco, portati fuori della casa e gettati il più lontano possibile.
La persona che mi raccontò di questa metodologia era, ai tempi della sua infanzia, l'addetta al servizio di "disinfestazione" e mi spiegò anche quali erano, secondo lei, i motivi per cui il sistema non funzionava. A parte il fatto che nel momento in cui ci si avvicinava con il sacco, molte delle mosche volavano via, spesso accadeva che chi doveva poi svuotarlo era costretto a fare troppa strada e per risparmiarsi la fatica lasciava i rami non lontano da casa così "Li moschele zi n'ariminive a la case nziembre chi isse!" (Le mosche tornavano a casa insieme a lui!).
Ciò che meraviglia è il fatto che, oltre a tale utilizzo, pare che il sambuco a Fallo non fosse molto conosciuto per le sue qualità curative e per il suo uso in gastronomia. I suoi semi erano molto utilizzati, ad esempio, per la produzione dell'inchiostro (prodotto di lusso e molto raro a quei tempi) e gli anziani fanno solo qualche lieve accenno ai decotti, ma non parlano mai di un suo utilizzo in cucina.
Certamente se avessero saputo che i suoi fiori freschi possono essere utilizzati nelle insalate e nelle frittate, dubito, visti i tempi che correvano, che qualche pianta sarebbe giunta fino ai giorni nostri.

Sambuco

(Sambucus nigra)

Famiglia: Caprifoliacee

Distribuzione e habitat: il sambuco cresce bene nei terreni decisamente calcarei e tollera anche quelli umidi.

Caratteristiche: il sambuco comune, cioè il Sambucus nigra, è un arbusto perenne e deciduo, molto vigoroso, diffuso nelle zone incolte della penisola italiana dal livello del mare fino a un'altitudine di 1200 metri. Si può dire che ogni casolare, anche abbandonato, abbia nei pressi un arbusto di sambuco, a testimonianza dell'apprezzamento di cui questa pianta godette fin dall'antichità. Il sambuco ha rami legnosi, infiorescenze gradevolmente profumate e un cespo che può raggiungere dimensioni notevoli, essere largo e alto anche cinque metri. Un altro componente della famiglia, il Sambucus ebulus, o ebbio, che si distingue facilmente dal primo in quanto i suoi fusti sono erbacei non molto sviluppati, anziché‚ legnosi, e fiori dall'odore di mandorle amare, ha frutti velenosi.

  • Foglie: sono ovali e seghettate;
  • Fiori: piccoli fiori color bianco panna, a forma di stella, sono raccolti in infiorescenze a ombrello e sbocciano nella tarda primavera e all'inizio dell'estate;
  • Frutti: in autunno giungono a maturazione le piccole bacche lucenti dette botanicamente drupe, di color nero-violaceo, dal sapore acidulo, riunite in grappoli, e molto ricche di vitamina C.

Utilizzo da parte dell'uomo: i fiori freschi sono ottimi nelle insalate, nelle frittate e nelle macedonie. L'infuso delle foglie di sambuco cura i raffreddori. Quello dei fiori giova alla pelle a agli occhi. Il decotto di frutti è un buon lassativo. Tinture vengono ricavate da parti diverse dell'albero: nera dalla corteccia, verde dalle foglie, blu o lilla dai fiori, grigio-giallastra dai frutti per colorare la lana. Il legno può essere usato per piccoli oggetti, quali pettini e cucchiai di legno. I bambini, invece, svuotando i fusti ne hanno sempre ricavato fischietti e cerbottane: sambucus deriva infatti dal greco sambyke, nome di una specie di flauto. Le sue foglie per il cattivo odore che emanano, sono un eccellente antiparassitario e la lotta biologica ne impiega il decotto in polverizzazioni contro gli insetti degli alberi da frutto.

Curiosità. Al sambuco in passato si attribuivano poteri magici, contro i demoni e le streghe. Al giorno d'oggi una apparente magia consiste nel piantare un sambuco presso le finestre di casa: le mosche ne verranno attratte e non entreranno all'interno. Un'altra "magia" del sambuco è la seguente: le piante soggette a ruggine o muffa traggono vantaggio se vengono spruzzate con una tisana delle sue foglie.

 

 
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