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Credo che in primavera, chiunque veda una pianta di pruno fiorito, ne resti affascinato. I suoi fiori bianchi, folti e profumati sono tra i primi a sbocciare ed annunciano che l'inverno è ormai finito.
Nel nostro paese questa pianta è utilizzata soprattutto come siepe per delimitare i confini tra un appezzamento di terreno e l'altro in modo da sfruttarne al massimo le sue caratteristiche di compattezza.
Ai bambini solitamente veniva raccomandato di non mangiare le sue bacche ancora acerbe ("Li pirugne") perché di sapore aspro e sgradevole, ma io credo che tutti almeno una volta, se non altro per spirito di contraddizione, n'abbiano assaggiata qualcuna. Chi lo ha fatto certamente ricorderà il tremendo sapore che questo frutto lascia in bocca scoraggiandolo così dal provarci ancora.
Nonostante ciò, alcuni anziani del paese (stranamente molto pochi), erano soliti utilizzare "Lu dicotte di pirugne" (il decotto di prugne) come rimedio contro le malattie da raffreddamento.
Il suo legname particolarmente resistente era spesso usato per costruire attrezzi agricoli e per uso domestico: ad esempio "la scote pi lu bidente" (il manico del bidente) o addirittura "li bastune pi li vecchie" (i bastoni per i vecchi).
Alcuni anziani del paese raccontano addirittura che i loro padri utilizzavano le foglie essiccate di questa pianta per fumarle nella pipa mescolandole al tabacco. Altro che Marijuana! |
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Pruno o prugnolo
Famiglia: Rosacee
Genere: Prunus
Specie: spinosa
Distribuzione e habitat: E' diffuso in tutte le regioni europee a clima temperato, in Nord Africa e si è naturalizzato nel continente americano. In Italia è comune lungo le siepi, tra le macchie, nelle boscaglie e ai bordi dei campi dove forma macchie spinose impenetrabili. Cresce sui pendii soleggiati e ai margini dei sentieri delle regioni montuose di tutta Europa e nei boschi fino a 1500 m.
Caratteristiche: Il PRUGNOLO o SUSINO SELVATICO è un grande arbusto spinoso a carattere cespuglioso, alto 1-4 metri con chioma densa, ramificata con rami nodulosi cosparsi di spine dure. La corteccia è color grigio scuro e ricca di spine legnose. Forma a volte macchie impenetrabili che sono importanti per la nidificazione di molti uccelli tra cui l'Averla che infilza le sue piccole prede nelle spine del prugnolo. E' una delle prime piante a fiorire con nuvole di piccoli fiori bianchi (spesso confuso con il biancospino). Si diffonde con propaggini (polloni) direttamente dalle radici della pianta madre e per mezzo di uccelli di media taglia (cesena, tortora e fagiano) e piccoli mammiferi. Il legno è coriaceo ed elastico, di colore ocra; sul tronco e sui rami, sono uniformemente diffuse delle propaggini appuntite alte fino a 5 cm. Fiorisce da Marzo ad Aprile.
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Foglie: Sono lunghe 2-4 cm, alterne, semplici, caduche, ovali o lanceolate, a margine seghettato, di colore verde scuro superiormente e verde chiaro inferiormente;
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Fiori: Sono bianchi punteggiati di rosa, lunghi 1 cm, riuniti in piccoli grappoli, appaiono all'inizio della primavera prima della comparsa delle foglie e sono impollinati dagli insetti (impollinazione entomofila). Hanno la corolla formata da 5 petali bianchi e rotondeggianti, gli stami sono evidenti e con sommità giallo arancio;
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Frutti: Noti col nome di prugnole o susine di macchia, sono drupe sferiche (1,5 cm di diametro), carnose, di colore prima verde poi nero-blu a maturazione ultimata, contengono un nocciolo duro sferico (7 mm) ricoperto da una pruina cerosa celeste e la polpa verdastra dal sapore molto aspro che occupa metà del volume.
Utilizzo da parte dell'uomo: Essendo uno dei primi arbusti a fiorire, viene spesso piantato per il suo pregio ornamentale nei giardini. Le siepi di Prugnolo venivano usate un tempo per dividere le proprietà. Le fronde venivano usate come foraggio per i conigli, il legno duro e resistente, viene usato nella costruzione di attrezzi agricoli, bastoni da passeggio e per gli intarsi. I fiori vanno raccolti maturi in tardo autunno prima che si schiudano le foglie in primavera. La corteccia si stacca dai rami più giovani in autunno e nello stesso periodo si raccolgono i frutti. La corteccia si essicca al sole, le foglie si utilizzano solo fresche, i fiori si essiccano all'ombra e si conservano in sacchetti, i frutti si raccolgono ancora acerbi e si essiccano in forno. L'infuso si utilizza per fare gargarismi e sciacqui nel caso di gengiviti, piorrea, stomatiti e mal di gola.
ATTENZIONE: Corteccia, foglie e soprattutto fiori producono una sostanza che origina acido cianidrico, per cui il loro uso deve essere limitato sempre alle dosi prescritte da ricetta medica. Le mandorle dei noccioli delle prugnole, come quelle di molti altri frutti della famiglia delle Rosacee, contengono acido cianidrico, che è un potente tossico e quindi non si devono mangiare, né schiacciare. Anche la corteccia dei rami e della radice contiene acido cianidrico o prussico e, anche se alcuni la consigliano come astringente, va decisamente evitata.
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