LA VIOLA MAMMOLA
Questo delicatissimo fiore, meglio conosciuto dalle nostre parti come "La vijole di San Giuseppe", è forse quello che è maggiormente ricordato per il suo intenso profumo.
Deve il suo nome locale probabilmente al fatto che sboccia alla fine dell'inverno (San Giuseppe si festeggia il diciannove di marzo).
Chiunque abbia vissuto in paese ed abbia frequentato la campagna, ricorda che sul finire dell'inverno, quando le giornate si allungavano e la temperatura diventava più mite, il profumo delle viole si faceva sentire con tutta la sua intensità.
Io stesso ancora oggi ricordo come se fosse ieri, le mie scorribande da bambino lungo la "Vie di La Fonte" sul finire della stagione invernale. Continuo ad associare la sensazione dell'aria ancora frizzante dell'inverno, il tepore del primo sole primaverile e l'intenso profumo delle viole. Era lo stesso profumo che riscoprivo nelle giornate di convalescenza dalle malattie da raffreddamento quando bevevo gli infusi d'acqua calda.
Infatti, i fiori di questa pianta essiccati e mescolati alla salvia ed ai piccioli delle ciliegie, erano utilizzati per farne decotti contro la tosse, il mal di gola ed il raffreddore.

Viola mammola

(Viola odorata)

Famiglia: Violacee

 

Distribuzione e habitat: La Viola Mammola cresce in tutte le zone d'Europa dal clima temperato; nelle boscaglie, nei pressi di cespugli e siepi, ai margini dei sentieri.

Caratteristiche: La Viola Mammola è una pianta erbacea, perenne, con rizoma breve da cui partono stoloni che radicano nel terreno. Fiorisce da Febbraio ad Aprile.
  • Foglie: Raccolte in una rosetta basale, sono cuoriformi e dentate sui margini. Le piantine sono alte circa 15 centimetri.
  • Fiori: Di colore viola scuro e intensamente profumati, sono formati da 5 petali di cui quello inferiore ha la forma di uno sperone.
Utilizzo da parte dell'uomo: La Viola Mammola viene utilizzata dai profumieri che ne estraggono l'essenza. La porzione aerea e soprattutto i fiori hanno buone proprietà espettoranti (favoriscono l'espettorazione del muco) e calmanti della tosse, facilitano l'emissione di sudore e urine, regolano leggermente l'intestino. Queste prerogative sono sfruttate per fare tisane e infusi utili per curare determinate malattie; la pianta ha anche un impiego esterno sulle irritazioni della bocca e della gola, sulle eruzioni cutanee, le contusioni, le ragadi e le scottature. Le radici sono fortemente emetiche (provocano il vomito).
 
Cenni storici. Alcuni autori dicono che la viola nacque come fiore da pascolo dopo che la ninfa Io fu trasformata da Giove in giovenca. Era la viola mammola che Proserpina raccoglieva quando fu rapita da Plutone. Omero nell'Odissea descrive i luoghi abitati da Calipso pieni di viole mammole.
Gli Ateniesi la offrivano agli dei e secondo Aristofane erano orgogliosi di essere chiamati "Ateniesi incoronati di viole". I Greci e i Romani credevano le viole dotate di proprietà anti ubriachezza e per questo ne usavano quantità enormi per ornare le mense dei banchetti.
Una versione del mito frigio di Attis narra che il giovane, impazzito per opera della dea Agdistis, la quale non voleva si sposasse con la principessa Atta, figlia del re Mida di Pessinonte, si evirò sotto un pino e morì. Dal suo sangue crebbero viole dai petali rosseggianti. Disperata per la sua morte, anche Atta si uccise e dal suo sangue nacquero altre viole. Il culto in onore di Attis, che si praticava nella Roma imperiale, prevedeva che il 22 marzo, detto DIES VIOLAE, il giorno della viola, si svolgesse una processione sacra durante la quale si trasportava un tronco di pino ornato di ghirlande di questi fiori.
La viola divenne anche un simbolo politico. Infatti rappresentò nel secolo scorso la dinastia di Napoleone. Non solo, Parma reca nella sua insegna le violette a cui ha dato il proprio nome in onore della sua duchessa Maria Luigia e molti stati dell'America se ne fregiano: Illinois, New Jersey, Rhode Island, Wisconsin.

 

 
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