Ginestra odorosa
Famiglia: Leguminose
Genere: Spartium
Specie: junceum
Distribuzione e habitat: E' diffusa in tutta Europa, in tutti i paesi del Mediterraneo, in Asia sud-occidentale e nelle isole Canarie. E' originaria delle colline asciutte ed assolate dell'Europa meridionale.
Vive preferibilmente sulle zone litoranee, su terreni sabbiosi, argillosi e rocciosi, ricoprendo pendii, terrapieni e scarpate soleggiate.
In Italia è presente anche nelle aree agricole in fase di abbandono.
Caratteristiche: La GINESTRA ODOROSA è un arbusto (4-5 m) o alberello (2 m), con rami verdi allungati, cilindrico - compressi e pelosetti, generalmente privi di foglie.
E' facilmente riconoscibile per il suo fusto privo di foglie; per tale ragione si presenta costituito solamente da un cospicuo numero di rami verdi eretti dall'aspetto e dalla consistenza giunchiforme. Proprio da quest'ultimo carattere deriva il termine junceum del binomio scientifico e, soprattutto, la possibilità di utilizzare i suoi rami per la costruzione di corde, fili, legacci, tessuti, panieri, cesti o sedie in sostituzione dei Giunchi.
E' inoltre capace di difendersi efficacemente dagli incendi; infatti, anche se brucia in un incendio, ha la proprietà di produrre dei nuovi rami (polloni) dalle parti rimaste meno esposte all'azione distruttiva del fuoco. Grazie a questa sua straordinaria vitalità, è possibile osservare individui sui quali, accanto alle parti bruciate da un incendio molto recente, compaiono nuovi rami. La crescita è rapida e le piantine fioriscono precocemente; non è una specie longeva, dopo una decina d'anni tende a sguarnirsi alla base, assumendo un aspetto disadorno, soprattutto nel periodo invernale. Le foglie sono presenti nel periodo primaverile, poi lentamente cadono fino a scomparire del tutto. Fiorisce in Aprile - Giugno e fruttifica in Luglio - Agosto;
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Foglie: E' una pianta afilla, cioè priva di foglie. E' ben noto che attraverso gli stomi, la pianta perde notevoli quantità di acqua. La Ginestra odorosa risolve drasticamente il problema eliminando le foglie. Per essere precisi le foglie sulla pianta non sono completamente assenti: quelle che spuntano sono ovato-lanceolate, alterne, prive di picciolo, precocemente caduche, molto piccole e pelose nella pagina inferiore. Avendo vita breve quando cadono lasciano i rami del tutto nudi. L'afillia, se da una parte protegge la pianta da una pericolosa perdita di acqua, potrebbe però influire negativamente sul suo rendimento fotosintetico. Per non compromettere la sopravvivenza della pianta le strutture e le sostanze contenute nella foglia vengono "traslocate" nel fusto. Infatti il colore dei fusti invece di essere esclusivamente marrone (come nella maggior parte di arbusti ed alberi), presentano una netta colorazione verde dovuta alla presenza di clorofilla all'interno dei suoi tessuti, nei quali vengono concentrate le attività fotosintetiche;
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Fiori: Sono fiori gialli di 15-20 mm, odorosi, riuniti in densi racemi terminali; con un calice conico-campanulato di 8-10 mm, peloso diviso i due parti, che formano un labbro superiore e uno inferiore. Hanno la tipica corolla delle papilionacee costituita dal vessillo (un grande petalo), da 2 petali laterali (ali) e 2 inferiori (carena);
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Frutti: Il frutto è un legume (simile al baccello di un fagiolo), lungo 5-10 cm molto schiacciato, di colore nero a maturità che racchiude semi bruni.
Utilizzo da parte dell'uomo: Nel periodo in cui l'Italia era stretta dal blocco economico con altri paesi, si coltivava questa pianta nelle speranze che servisse al fabbisogno nazionale. E' una pianta ornamentale ricercata per l'abbondanza dei fiori giallo - dorati, molto profumati. In passato le fibre dei rami giovani erano utilizzate per tessere della tela o per fare delle corde; le fronde per legacci grossolani o per l'intreccio dei canestri. Le foglie e i rami giovani vengono utilizzati per ricavarne una tintura di colore giallo; da tutta la pianta si ricavavano fibre tessili che venivano usate anche nella fabbricazione della carta. Le sue proprietà farmacologiche derivano dall'elevato contenuto in sparteina, un alcaloide responsabile dei sintomi dell'intossicazione, consistenti in nausea, vomito, diarrea, dilatazione delle pupille, salivazione, sudorazione e vertigini. Casi di intossicazione multipla da questa pianta sono derivati dalla preparazione di un risotto con fiori di ginestra. I semi velenosi hanno un'azione purgante. Era utilizzata dai Romani come pianta medifera.
Cenni storici. Le ginestre erano graditissime ai greci e ai romani che le coltivavano in abbondanza per attirare le api e ricavare così un ottimo miele. In Spagna, erano molto apprezzate per il loro delicato profumo ed inoltre la fibra delle sue radici veniva adoperata per produrre cordame per navi. Nell'area mediterranea i rami spogli venivano tagliati per farne scope. Il re Enrico II d'Inghilterra fu nominato il Plantageneto (planta genista) in memoria dello stemma della sua famiglia, un ramo di ginestra. In Francia il re Luigi IX fondò l'ordine della ginestra. Secondo la tradizione siciliana la ginestra viene considerata pianta non gradita. Si racconta che il rumore delle sue fronde agitate dal vento abbia disturbato Gesù mentre pregava nel giardino dei Getsemani. La ginestra rappresenta la modestia e l'umiltà è una pianta, infatti, che cresce anche in terreni estremamente aridi. |